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LTRO della Bce, a cavallo tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, sono servite alle banche dei Paesi da cui defluiva liquidità per evitare il collasso. Il problema si sposta alla fine del 2014, quando ci sarà la vera resa dei conti.
Ancora a novembre scorso, l'attivo della
Bundesbank nel sistema Target 2 era di oltre 544 miliardi di euro: in riduzione di oltre 100 miliardi rispetto al picco di 655 miliardi di euro del dicembre 2012. Ed è da un anno a questa parte, infatti, che i tassi di interesse sui Bund a 10 anni crescono di mese in mese e che si chiude progressivamente la forbice dello spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi.
Non è casuale, poi, che il debito del Banco de Espana si sia ridotto dai -337 miliardi di dicembre 2012 ai -241 miliardi di euro di novembre scorso: la crisi bancaria spagnola è stata pagata dal Governo, che ha iniettato fondi per oltre 60 miliardi ed ha fatto tirare un respiro di sollievo ai ricchi spagnoli. Il fatto che la Spagna abbia avuto in certi periodi uno spread più basso di quello italiano si deve al ritorno in patria dei loro capitali. Nel frattempo, anche le banche tedesche hanno ritirato i loro crediti alle banche spagnole, e così il cerino della bomba immobiliare è rimasto tutto nelle mani del Governo.
La posizione dell'
Italia nel Target 2, che è sempre stata attiva per dieci anni, ha presentato un saldo negativo terrificante a partire dall'estate del 2011, passando da un attivo di 6 miliardi di maggio 2011 ad un passivo record di 289 miliardi nell'agosto del 2012, con il Governo Monti in carica da nove mesi. Nel novembre 2013, il saldo dell'Italia è rimasto ancora negativo per 215 miliardi.
Sono sempre i soliti soldi italiani che fanno il mercato e che provocano le crisi interne: quelli che ora abbandonano nuovamente la Germania, quelli che chiedono più alti tassi di interesse sui Bund, quelli che ora affluiscono sui titoli del nostro debito pubblico. La storia è la stessa del '92: furono i capitali italiani in fuga dai nostri titoli di Stato ed attratti dai più alti tassi tedeschi a fare franare la lira.
Prima delle elezioni europee serve un altro bluff: cala lo spread. Altra camomilla, please.
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