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Non piove solo sul Monte dei Paschi

Continua a piovere sull’Italia, non solo sul Monte dei Paschi.

Non è stato il destino cinico e baro ad accanirsi sul Monte dei Paschi. Né tantomeno sono stati gli stress test ad aver dimostrato l’insufficienza del capitale disponibile per fronteggiare il caso, invero assai improbabile, di uno scenario macroeconomico particolarmente avverso per l’Italia per via di una nuova pesante recessione e dei rischi connessi al maggiore spread sul debito pubblico.

A leggere le tabelle pubblicate dalla BCE, come esito dell’esercizio di Comprehensive Assessment, risulta infatti che è stata nella fase di Overwiew AQR (revisione della qualità degli asset) che il Monte dei Paschi ha avuto una sonora legnata: mentre si presentava a fine 2013 con bilancio in cui il Cet1 ratio (Common Equity Tier 1) era del 10,19%, quindi ampiamente superiore all’8% necessario, le verifiche della BCE lo hanno ridotto di ben 320 punti pase, portandolo al 6.99%. Nel Report complessivo, che dà conto dell’insieme delle verifiche effettuate, risulta che la correzione è stata operata sui crediti Corporate del Monte dei Paschi, con una rettifica negativa pari a 4.810 milioni di euro (tabella a pag 163). Una cifra davvero importante, pari a sei volte le correzioni in diminuzione apportate agli asset di Unicredit (-888 milioni) e di Intesa San Paolo (-972 milioni) ed a quattro volte quelle subite dal Banco Popolare (-1.121 milioni).

Il capitale del Monte dei Paschi, che mostrava da bilancio una eccedenza di ben 1.825 milioni rispetto alla soglia minima richiesta dell’8% di Cet1 ratio, si è rivelato così già insufficiente per superare questa prima fase della verifica, risultando mancanti (shortfall) 845,37 milioni. La carenza di capitale saliva però a 1.515,59 milioni nel caso dello scenario base degli stress test e poi di 4.249,52 milioni nel caso dello scenario avverso. Gli interventi di rafforzamento patrimoniale che sono stati adottati dal Monte dei Paschi nel corso del 2014, pari a 2.139 milioni, hanno solo ridotto la necessità di nuovo capitale, che è stata quindi di ulteriori 2.111 milioni. Questa è quanto risulta dai documenti diffusi dalla BCE.

Se risulta davvero strana l’entità della correzione dei crediti operata con la AQR, va però considerato che nel complesso le rettifiche relative agli asset delle banche italiane sono state pari a 12 miliardi di euro (12.002 milioni). Nel caso delle banche francesi, le rettifiche sono state pari alla metà: 5,5 miliardi di euro (5.586 milioni). Nel caso delle banche tedesche sono state ancora inferiori: appena 3,7 miliardi di euro (3.760 milioni), un totale più basso rispetto a quello operato sugli asset del solo Monte dei Paschi di Siena.

Sembra assai strano, a questo punto, che il Monte dei Paschi di Siena, i cui conti sono stati passati al microscopio un po’ da tutte le istituzioni, dalla Banca d’Italia alla Commissione europea, anche in relazione al piano di aiuti accordatigli attraverso lo strumento dei Monti-bond, avesse ancora così tanti crediti ancora da rettificare.

Ed ancor più desta preoccupazione l’entità delle correzioni operate sul complesso dei crediti delle banche italiane: il rischio derivante dalla detenzione di titoli del debito pubblico, stavolta non c’entra affatto.

Continua a piovere sull’Italia, non solo sul Monte dei Paschi.

Monte dei Paschi - BCE


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