Facebook Pixel
Milano 25-apr
0 0,00%
Nasdaq 25-apr
17.430,5 -0,55%
Dow Jones 25-apr
38.085,8 -0,98%
Londra 25-apr
8.078,86 +0,48%
Francoforte 25-apr
17.917,28 -0,95%

L’IMU nel Paese delle Meraviglie

Le sofferenze bancarie sono concentrate nei settori colpiti dall'aumento delle tasse: i settori della casa e dell’auto hanno prodotto più perdite finanziarie che gettito fiscale

Il settore immobiliare registrava un valore del prodotto di 227 miliardi, dato anch'esso da comparare con i 18 miliardi di sofferenze nel settore (incidenza dell'8%).

Il settore del commercio e riparazione degli auto e motoveicoli ha registrato un valore della produzione di 37 miliardi di euro che va comparato con sofferenze pari a ben 25 miliardi (incidenza pari al 68%).

Inoltre, i tre settori in questione cumulavano un valore della produzione di 494 miliardi di euro su un complesso dell'intera economia pari a 3.132 miliardi.

In conclusione, i comparti legati alla casa ed all'auto, che rappresentano appena il 15,7 % del “fatturato” (con 494 miliardi) del sistema produttivo italiano, hanno accumulato ben il 55% del totale delle sofferenze bancarie.

Se andiamo a verificare i risultati della politica tributaria, scopriamo che gli accertamenti di competenza nel 2014 sono addirittura calati rispetto all'anno precedente, passando da 424,6 miliardi di euro ai 418,9 miliardi del 2013, con un calo quindi di 5,7 miliardi di euro. Nel 2012 il valore degli accertamenti era stato di 424,3 miliardi. I risultati del 2014 non dovrebbero mostrare significative variazioni.

Quello che lo Stato ha incassato di più, passando dall'ICI all'IMU, si è perso negli altri settori della tassazione. Mentre le entrate tributarie non sono aumentate nel loro complesso, il PIL è caduto del 2,4% nel 2012, dell'1,8% nel 2013 e dello 0,5% nel 2014.

Nel passaggio dall'ICI all'IMU, lo Stato ha incassato 18 miliardi in più ogni anno: passando da 9 miliardi a 27 miliardi l'anno. Nel triennio, lo Stato ha recuperato 54 miliardi di euro di maggiori imposte sulla casa, ma dall'altra parte ci troviamo con ben 57 miliardi di euro di sofferenze bancarie nei due settori legati all'edilizia, costruzioni ed immobiliare. Per non parlare dei 410 mila occupati in meno. Nel settore delle costruzioni, gli investimenti fissi lordi a prezzi costanti sono passati dai 169 miliardi di euro del 2010 ai 131 miliardi dell'anno scorso: ipotizzando una stazionarietà degli investimenti, la perdita accumulata è stata di circa 96 miliardi di euro. Alla fine del 2013, la ricchezza in abitazioni detenuta dalle famiglie italiane ammontava a oltre 4.900 miliardi di euro: a prezzi correnti, è diminuita tra la fine del 2012 e la fine del 2013 del 4,1 per cento (211 miliardi di euro). Nel primo semestre del 2014 c'è stato un calo ulteriore di valore, dell'1,6%, che ha portato il calo di valore nominale a 279 miliardi di euro.

Nel settore delle auto, le immatricolazioni sono calate di un milione, passando da 2.490 mila vetture del 2007 a 1.360 mila del 2014: il mercato è collassato del 40%.

E' ben vero che agli italiani non servono né tante auto nuove, né tante nuove case. Ci bastano quelle che abbiamo. Ma, intanto, le fabbriche ed i cantieri sono fermi ed i disoccupati milioni. Si sono bloccati due vettori della produzione, che non sono stati sostituiti, né riconvertiti alla mobilità sostenibile né al rispetto del territorio.

Non si deve tassare guardando solo ai saldi di bilancio, ma alle conseguenze sull'economia.

Per far bene, si fa spesso molto male.



Vedi anche:

Local tax, 26 miliardi di euro nelle casse dei Comuni
Casa, piano da 400 milioni in arrivo entro marzo
Immobili, sempre più proprietari scelgono l'affitto

Condividi
"
Altri Editoriali
```