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2016: "DEFfati" dalle tasse

La pressione fiscale marginale arriverà al 67,3% del PIL

Ecco i numeri del Def, Documento di Economia e Finanza, appena approvato.

Nel 2016, il PIL nominale dovrebbe crescere di 49 miliardi, passando dai 1.639 di quest’anno a 1.688 miliardi. Le entrate pubbliche, secondo il quadro tendenziale, aumenteranno invece di 33 miliardi, passando da 786 a 819 miliardi.
Su ogni 100 euro di nuovo reddito che sarà prodotto nel 2016, lo Stato se ne prenderà quindi ben 67,3: questa è la pressione fiscale marginale.

Un aumento di entrate di 33 miliardi, quale è previsto nel 2016 rispetto al 2015, sarebbe un altro super record dopo i +9 miliardi che lo Stato conta di incassare quest’anno rispetto al 2014. Si arriva nel 2015 a 786 miliardi di entrate totali rispetto a 777 miliardi del 2014.

Insomma, quando si dice che non ci sono “nuove” tasse, sarà pure vero. Ma qualcuno dovrà pure spiegare come è possibile che le entrate del 2016 aumentino rispetto al 2015 di ben 2 punti percentuali del PIL: fatevi il conto (33/1.616X100=2,04%).

Andiamo avanti: nel 2017, il PIL dovrebbe crescere ancora, di altri 50 miliardi di euro in più rispetto al 2016. Ma le entrate aumenteranno di 22 miliardi, solo del 44%. Finalmente si respira? Neppure per idea. Perché c’è un piccolo trucco: mentre le uscite del 2016 aumenteranno di 15 miliardi rispetto al 2015, le uscite del 2017 aumenteranno solo di 2 miliardi rispetto a quelle del 2016. In pratica, nel 2017 ci sarà una grande frenata della spesa rispetto all’andamento del 2016. Tutte le maggiori entrate del 2017 andranno a riduzione del disavanzo, che infatti cadrebbe al -0,2% del PIL.

Insomma, il 2016 potrebbe essere un anno elettorale: 33 miliardi di maggiori entrate finanzieranno 15 miliardi di maggiori spese, mentre a Bruxelles daremo il contentino di migliorare il disavanzo di un punto di PIL, praticamente 16-17 miliardi, che infatti si ridurrà dal 2,5% di quest’anno all’1,4% del 2016.

Non bisogna dimenticarsi dello zuccherino, il tesoretto dello 0,1% del PIL, da spendere per far contento qualcuno prima della campagna elettorale.

I conti del 2016 sono semplici: due colpi di PIL al cerchio delle tasse ed uno ad allargare la botte della spesa.

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