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Bail-in nocivo, come la Exit-strategy

Decidere che le crisi sono finite significa provocarne di peggiori

Si combinarono effetti diversi: un aumento dei tassi avrebbe reso molto pesante il costo del debito pubblico per i Paesi più deboli e il valore dei loro titoli di Stato, emessi al di sotto dei nuovi tassi stabiliti dalla BCE, sarebbe crollato. Mentre alcuni cominciarono a venderli per evitare di trovarsi una minusvalenza in bilancio, altri lo fecero per rimborsare la liquidità di emergenza alla BCE.

Gli spread rispetto al Bund tedesco sui titoli pubblici di Italia, Spagna e Portogallo schizzarono alle stelle: i Paesi più deboli pagarono più della Germania, considerato un porto sicuro. La liquidità ottenuta vendendo i titoli di Stato dei Paesi deboli era investita in titoli tedeschi, amplificando il divario dei tassi.

Mario Draghi

La BCE aveva deciso intempestivamente che la crisi era finita, che la politica monetaria poteva e doveva tornare alla normalità: sottovalutò la debolezza delle economie reali, gli impatti nocivi della decisione sui tassi e sulla liquidità. Il mercato, e la speculazione che li muove, non ebbe pietà. Fu solo con l'arrivo alla BCE di Mario Draghi, nel settembre del 2011, che i tassi vennero abbassati e nuova liquidità immessa con le Ltro.

Ma ormai il danno era stato fatto, la fiducia nella solvibilità dei debiti sovrani di molti Paesi era stata persa a causa della difficoltà di accedere al mercato con nuove emissioni a tassi abbordabili. Fu un errore enorme, di cui si pagheranno le conseguenze per decenni.

E' accaduto lo stesso con il bail-in bancario: il sistema ha perso la fiducia nella stabilità del sistema bancario. In caso di default, infatti, gli azionisti vedranno azzerato il valore degli investimenti, gli obbligazionisti temono di non vedersi restituito il credito ed i depositanti la liquidità oltre i 100 mila euro nei loro conti. Cosicché tutti escono, con il risultato che abbiamo visto: titoli azionari in caduta, rendimenti delle obbligazioni bancarie alle stelle, ritiro della liquidità che viene trasferita in porti ritenuti più sicuri.

Non è casuale il fatto che il saldo negativo dell'Italia nella piattaforma Target 2, che registra i movimenti monetari all'interno dell'Eurozona, stia registrando un nuovo picco, come nel 2012. Eppure, allora c'era il Governo Monti, che aveva varato il "Salva Italia": in realtà l'aveva tramortita di tasse. Tutti avevano capito che la situazione peggiorava, nonostante l'ottimismo del Premier. Chi poteva, lasciava l'Italia.


Target 2

Anche stavolta, l'ottimismo di maniera non ha pagato. Il settore bancario è in difficoltà, in Italia e nel resto d'Europa.

Quando si trattò, nel biennio 2011-2012, della crisi del debito pubblico, Roma piangeva e Berlino rideva.

Stavolta il bail-in ha determinato un profondo turbamento sui mercati: la crisi bancaria fa tremare un po' tutti. Se Roma piange, stavolta Berlino non ride: mal comune, nessun gaudio.

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