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Come cambierà l’America, ed il mondo

Decidono i cittadini, facendo vincere Hillary oppure Donald

Un ciclo storico lunghissimo, iniziato nel 1945, si è chiuso definitivamente. L’equilibrio di settanta anni si basava sul predominio americano, prima alla guida del mondo occidentale contro il pericolo comunista incarnato dall’URSS, poi alla guida del mondo intero, come unica superpotenza militare. La globalizzazione economica e l’internazionalizzazione dei mercati finanziari sono stati l’altra faccia della medesima medaglia.

La fine della Presidenza Obama segna un’epoca, caratterizzata dal ritiro dall’Afganistan e dall’Irak degli Stati, in cui si era intervenuti durante la Presidenza Bush per snidare i terroristi di Al Quaeda e per sminare la minaccia, anche nei confronti di Israele, rappresentata da Saddam Hussein che già si era avventurato alla conquista del Kuwait.

Per esportare la democrazia, gli Usa hanno sostenuto le primavere arabe: in Tunisia, in Egitto ed in Libia sono caduti i leader che stroncavano con violenza il dissenso, da Ben Alì a Mubarak, a Gheddafi. Hillary Clinton allora Segretario di Stato, incitava a gran voce a cacciarli. Nei confronti della Siria di Assad, il disegno di destabilizzazione non è riuscito: la guerra civile va avanti ormai da quattro anni.

Nel frattempo, si è ricreata nei confronti della Russia una nuova Cortina di ferro, che parte dalla Ucraina ed arriva ai Paesi baltici. Rimane, a fare da cuscinetto, solo la Bielorussia, chissà per quanto tempo ancora.

Dal punto di vista economico e finanziario, la Amministrazione Obama ha lanciato le trattative per due accordi di liberalizzazione dei servizi e degli investimenti, simmetrici ad ovest e ad est: uno trans Pacifico (TPP), ed uno trans Atlantico (TTIP). L’obiettivo è di sostituire le istituzioni nate dopo la Seconda Guerra Mondiale, come il Wto, isolando da una parte la Cina e dall’altra la Russia.

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