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La Francia, avanti a Destra

Le Pen, Fillon e Valls, tre “destre” diverse

A sinistra, la situazione è assai confusa: il Presidente Francois Hollande ha annunciato che non si ricandiderà. Ha preso atto che la sua popolarità è ai minimi, e che la Francia non vede l'ora che di voltare pagina. Si è fatto sotto il suo giovanissimo Presidente del Consiglio Manuel Valls, che si è addirittura dimesso per staccare la sua figura dall'ombra negativa di Hollande. E' un socialista riformista, assai attento alle richieste padronali, essendo stato il promotore della Loi Travail, il cosiddetto Job Act francese, passato in Parlamento dopo un anno di scioperi continui. Con questa legge, in Francia, non solo sono stati resi più veloci i licenziamenti per ragioni economiche, ma è stata sovvertita la gerarchia delle fonti del rapporto di lavoro, per cui ormai il contratto aziendale prevale su quello collettivo nazionale. Non è difficile immaginare lo scarsissimo entusiasmo degli elettori di sinistra verso questo candidato. Sembra poco verosimile che questo candidato della sinistra riesca a prevalere alle primarie della sinistra, ma è la sinistra governante che in genere prevale rispetto a quella radicale.

Manuel VallsGià si ricorda che la Francia intera si unì al voto a favore di Chirac, quando al ballottaggio per le elezioni presidenziali era arrivato il padre di Marine Le Pen, il fondatore del Front National. Un identico automatismo, oggi, non sembra scontato, soprattutto per il carattere liberista in economia delle proposte di Fillon e per il suo obiettivo di rafforzare l'Europa, seppure facendo recuperare potere ai rappresentanti degli Stati e riducendo il ruolo della Commissione, organo a suo dire tecnico e senza legittimazione democratica.

Per quanto riguarda la politica estera, sia Le Pen che Fillon sono per il dialogo con la Russia. Un argomento che avrebbe potuto essere usato per accusare la Le Pen di deriva trumpista è evaporato.

Tutta la partita elettorale si giocherà sulla strategia economica e politica: sulla risposta da dare alla globalizzazione dopo otto anni di crisi ed ai difetti della costruzione europea e dell'euro.

Francois Fillon sa di avere il consenso del padronato industriale, dei media main stream, della alta borghesia e dei tecnocrati. E' stato però Primo ministro ininterrottamente per 5 anni, dal 2007 al 2012, quando era Presidente Sarkozy: in quel periodo, però, è stato ricordato con cattiveria, “si è limitato ad inaugurare moschee salafite ed a chiudere fabbriche”.

Marine Le Pen avrà dalla sua gli euroscettici ed i tanti che sono usciti massacrati dalla crisi.

Manuel Valls farà fatica a scrollarsi l'immagine di uomo portato al governo da Hollande, e che da socialista ha adottato politiche liberal-padronali.

Con Fillon, Le Pen e Valls, alle elezioni si scontrerebbero tre idee di destra, completamente diverse tra loro,: una catho-thatcherista, una social-sovranista, ed una liberal-socialista.

La Francia, avanti a destra. Chissà quale?

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