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Bidonisti, sarà tempesta

Come con Tangentopoli, è vendetta: contro il Pd e la casta dei Potenti

La canizza è montata subito. Anche Vittorio Feltri su Libero Quotidiano ha chiesto di fare i nomi dei “bidonisti di MPS”: la questione si fa complicata, perché muove una serie di considerazioni che riguardano la conduzione della Banca. Secondo Feltri, “hanno voluto farci credere – e in parte ci sono riusciti – che si è trattato di una calamità naturale, quindi inevitabile, mentre chi ha gestito l’istituto ha prestato, anzi regalato, soldi a tutti, cani e porci, tranne a chi ne aveva effettivo bisogno per mandare avanti attività produttive, commerciali, artigianali e industriali, e che sarebbe stato in grado di restituirli”.

Feltri la butta in politica: “La banca dei maneggioni comunisti, ex e post comunisti, ha favorito soltanto i compagni e gli amici dei compagni ed è saltata in aria perché i fortunelli che hanno incassato senza fornire garanzie si sono guardati da ripianare le somme a debito, considerandole non prestiti, ma gentili omaggi. Ora ci si domanda: cosa ha fatto il Monte per recuperare i crediti? Nulla. Non ha mosso un dito”.

Conclude, Feltri: “Quante cause ha intentato nei confronti dei bucaioli onde riprendersi ciò che gli era dovuto, interessi compresi?

Nessuno sa se si faranno le elezioni in primavera. Ma, di certo, aprire il dossier MPS per mettere alla gogna un intero sistema di potere che gira da anni attorno al Pd, è una occasione ghiotta. Chi ricorda lo scandalo del Monte dei Paschi, scoppiato proprio alla vigilia delle elezioni del 2013, sa che per il Pd fu un infortunio pesantissimo: solo a Siena, al Senato perse l’11% dei consensi. E poi c’è di mezzo la gestione del governo Renzi, che ha fatto di tutto per tenersi lontano mille miglia dalla banca senese: a tutto doveva provvedere il mercato, sia alla ricapitalizzazione sia allo smaltimento degli NPL, i crediti andati a male per circa 27 miliardi di euro. Questa cifra dice tutto, perché dietro c’è di tutto.

Naturalmente, nessuno si tira indietro: ormai l’argine è rotto, e chi si arrischia a mettersi contro la marea montante fa la figura di chi vuole coprire le peggiori malefatte. Sarebbe, quanto meno, un complice del sistema di malaffare.

Adesso, anche il Parlamento vuole la sua Commissione d’inchiesta. Non vede l’ora di mettere le mani sulle liste delle sofferenze e dei bidonisti, di chiamare i banchieri a discolparsi per come hanno gestito i risparmi degli italiani. Chi patisce da anni le bordate dell’Antipolitica, le accuse quotidiane dei giornaloni in quanto rappresenta la Casta dei privilegiati, è pronto a rendere pan per focaccia.

Il Parlamento metterà sotto schiaffo un’intera classe di potenti, i veri padroni del Vapore.

Ne vedremo di tutti i colori.

Come accadde per Tangentopoli, sarà un nuovo, inutile massacro: si farà di tutta l’erba un fascio. E si darà fuoco, mandando tutto in cenere.

Allora fu la fine della Prima repubblica, stavolta brucerà anche quel tanto di buono che era rimasto di banche ed imprese.

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