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Come liberarsi dai debiti e da Equitalia con la legge sul sovraindebitamento

Economia · 14 febbraio 2017 - 16.08
La crisi economica che ha travolto l’Italia in questi ultimi anni ha generato numerose situazioni di sovraindebitamento per molte famiglie e piccole imprese che, sommerse dai debiti non riescono più a far fronte alle spese.

Esiste però dal 2012 una legge, pressoché sconosciuta, il cui obiettivo è proprio quello di mettere a disposizione di alcune categorie di debitori diversi strumenti che permettono di ridurre i debiti verso società finanziarie, banche, Fisco, Equitalia e qualsiasi altro tipo di creditore, in relazione alle concrete possibilità patrimoniali del soggetto.


Che cos’è il sovraindebitamento

Secondo l’art. 6 della legge 3/2012 “per sovraindebitamento si intende una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, nonché la definitiva incapacità del debitore di adempiere regolarmente le proprie obbligazioni”. Si tratta insomma di una situazione di forte scompenso in cui l'ammontare del debito è tale da non permettere al debitore di risanarlo con le proprie attività, prontamente liquidabili.

Una situazione di sovraindebitamento può essere ad esempio quella di chi ha accumulato migliaia di euro di debiti a causa di rate arretrate di mutuo e di finanziamenti, tasse, bollette da pagare, ecc. e per pagare i propri creditori dovrebbe liquidare parte del suo patrimonio costituito da immobili oppure l'unico lavoratore di un nucleo familiare che viene improvvisamente licenziato.



In che cosa consiste la legge sul sovraindebitamento

La legge consente di accedere ad una procedura che facilita il risanamento dei debiti. Ci si rivolge ad un professionista abilitato, denominato O.C.C. Organismo di Composizione della Crisi, che presenta per nostro conto ad un giudice un piano di rientro per i debiti che sono stati contratti: se il giudice approva l'accordo il debitore potrà beneficiare dell'esdebitazione, che gli permetterà di ridurre il debito secondo quanto, rispetto alle sue disponibilità, è in grado di pagare, mentre il resto del debito viene cancellato.
Se invece il giudice non approva si potrà procedere alla liquidazione dei beni.


Chi può usufruire della legge

La legge sul sovraindebitamento, chiamata anche "legge salva suicidi", può essere utilizzata da un soggetto debitore che, con un patrimonio e/o un reddito, anche piccolo, possa comunque fronteggiare la propria situazione debitoria.

La legge si applica a:
  • i consumatori (solo persone fisiche);
  • i lavoratori autonomi;
  • i professionisti;
  • piccoli imprenditori non soggetti al fallimento;
  • le start up innovative, ex art. 3122 D.L. 179/12;
  • gli enti non commerciali (fondazioni e associazioni);
  • gli imprenditori agricoli.

E' importante sottolineare che, in questa nuova procedura, rivolta a soggetti non fallibili, siano stati inclusi i consumatori, persone fisiche che hanno contratto debiti al di fuori dell'attività imprenditoriale.


A chi rivolgersi

Il debitore, per poter accedere alla procedura, deve rivolgersi all’Organismo Composizione Crisi (O.C.C.) che può essere un professionista: avvocato, commercialista, notaio.

Famiglie e piccole imprese possono rivolgersi anche al Codacons attraverso il quale potranno ottenere l’aiuto di uno staff di legali ed esperti dell’associazione che valuteranno le singole posizioni e assisteranno consumatori e aziende nell'iter da avviare per ottenere la riduzione fino al 50% dei debiti accumulati.


Quali sono le procedure

A favore dei soggetti sovraindebitati la legge prevede tre diverse procedure:

1. accordo con i creditori (dove occorre il consenso del 60% dei creditori)
2. piano del consumatore (può essere presentato dai consumatori privati)
3. liquidazione di tutti i beni

Il primo passo è quello di verificare se ricorrono i presupposti per ottenere i benefici previsti dalla legge, se questi sono validi andrà valutata la procedura più adeguata da avviare per salvare il proprio patrimonio.

Sarà il giudice, una volta analizzata attentamente la posizione, a stabilire se il soggetto merita di beneficiare dell’esdebitazione.

Se la procedura viene accolta:
- il soggetto potrà procedere all’esdebitazione: verrà stipulato un piano di risanamento delle obbligazioni che comporterà il pagamento di quanto effettivamente può permettersi e, successivamente, verrà cancellato il debito rimanente.

Se la procedura, al contrario, non viene accolta:
- il debitore potrà comunque procedere alla liquidazione del patrimonio. In questo caso un liquidatore nominato dal Tribunale provvederà a vendere tutti i beni ed a pagare pro-quota ai creditori tutti i debiti.

In conclusione si tratta di una legge che offre vantaggi concreti: si rivolge a debitori virtuosi ai quali viene data la possibilità di non perdere tutto, ma tutela anche i diritti dei creditori che possono ottenere un pagamento in termini certi evitando le lungaggini burocratiche di una procedura esecutiva ordinaria.



(Foto: © kenishirotie / 123RF)
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