(Teleborsa) - La prematura fine del Governo tecnico potrebbe mettere a rischio il
Dl sul riordino delle Province con gravissime conseguenze per l'Italia.
A lanciare l'allarme uno
studio del Dipartimento delle Riforme del ministero della Funzione Pubblica, secondo il quale potrebbero finire nel caos la gestione dei rifiuti, la manutenzione di scuole e strade e la tutela idrogeologica e ambientale.
Il suddetto Dl, attualmente in Commissione al Senato, dovrebbe essere convertito in legge entro il 5 gennaio, ma data l'attuale situazione politica non è detto che continui il suo iter, ovvero il ritorno in Aula, il via libera del Senato e poi il passaggio alla Camera.
Anche se si volesse affrettare il procedimento, poi, l'approvazione troverebbe il
muro del Pdl che ha già sollevato questioni di incostituzionalità. In estrema sintesi,
il rischio è che non si sappia chi abbia la competenza su cosa. Inoltre, vi sarebbero anche
pesanti conseguenze economiche perché salterebbero importanti risparmi (stimati nella spending review dai 300 ai 500 milioni l'anno, a regime) oltre che l'avvio delle città metropolitane e l'approvazione della riforma che riduce le 107 Province italiane.
"L'eventuale mancata conversione in legge del dl di riordino delle Province comporterebbe una situazione di caos istituzionale", si legge nello studio del Governo recapitato ai senatori, nel quale si parla di "gravi e pesanti effetti". Tra questi, "oltre ai mancati risparmi che si sarebbero ottenuti con la riduzione delle Province, ci sarebbe una lievitazione dei costi a carico dei Comuni e soprattutto delle Regioni. Le città metropolitane restano istituite solo sulla carta".
Inoltre, si legge ancora, "si vivrà un periodo di incertezza per l'esercizio di funzioni fondamentali per i cittadini come la manutenzione di scuole superiori e strade, la gestione rifiuti e tutela idrogeologica e ambientale".