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Legge Elettorale, l'insolito patto Renzi-Berlusconi al vaglio del Pd

Politica
Legge Elettorale, l'insolito patto Renzi-Berlusconi al vaglio del Pd
(Teleborsa) - Matteo Renzi, ad appena un mese dalla vittoria alle primarie, sembra aver raggiunto il suo primo obiettivo, quello di sbloccare la lunga impasse sulla legge elettorale.



L'ultimo colloquio con Silvio Berlusconi sembra propiziare un accordo vicino, sempreché la legge elettorale riesca a passare nel "tritacarne" del PD; ed è proprio in quest'ambito che si addensano le nubi maggiori, alimentate da accenti sempre più polemici.

"Dopo 20 anni di chiacchiere, in un mese abbiamo il primo obiettivo a portata di mano", scrive Renzi sul suo account Facebook, definendo l'accordo "trasparente e alla luce del sole". Poi, aggiunge "suggerisco a chi critica la legge di aspettare almeno di sapere come è fatta".

Eppure, le critiche sono arrivate subito dai vari esponenti del Pd, a partire dal suo maggiore sfidante alle primarie, Gianni Cuperlo, che accusa il sindaco di Firenze di aver "risuscitato" il Cavaliere, o come Stefano Fassina, il quale ha precisato che l'accordo non è stato fatto dal Pd, aggiungendo "Mi sono un po' vergognato come dirigente del Pd nel vedere l'incontro Renzi con Berlusconi".

Soddisfazione è stata espressa dal leader del Nuovo centro destra Angelino Alfano, che però ha sottolineato "Forza Italia è andata alla Canossa sbagliata, quella della sede del Pd", mentre Silvio Berlusconi in un intervento telefonico ad un club "Forza Silvio" ha assicurato "la legge ci garantirà una presenza forte in Parlamento e, credo" una stabilità di Governo".

Cosa prevede la bozza di legge elettorale? Qualcuno l'ha definita un "Porcellum alla spagnola" giacché prevede la nomina dei candidati in lista nel riserbo delle segreterie, ma fissa la soglia di sbarramento al 5% per le coalizioni ed all'8% per chi decide di correre da solo. Questo ovviamente per la Camera, che sarà l'unico organo elettivo, con una ripartizione dei seggi su scala nazionale e con un sistema proporzionale. La governabilità sarà garantita da un premio di maggioranza (il 20% di seggi in più) per chi ottiene almeno il 35% dei voti.

Addio al Senato elettivo: l'accordo prevede infatti la riforma del Titolo V e la scomparsa del bicameralismo perfetto, perché il Senato sarà rappresentato dai Sindaci e dai Presidenti delle Regioni, in breve dai rappresentanti eletti dal popolo a livello locale.

Se l'asse Renzi-Berlusconi avrà la possibilità di sopravvivere si saprà oggi, quando si riunirà la segreteria del Pd, dove si attende un dibattito acceso.
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