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Italiani sedotti dal contante. Ma quanto ci costa?

Economia
Italiani sedotti dal contante. Ma quanto ci costa?
(Teleborsa) - Gli italiani restano ancora morbosamente legati al contante, che non manca mai nei portafogli, spesso gonfi di monetine, quando queste non vengono incurantemente gettate nell'immancabile svuota tasche a casa. una specificità prettamente italiana, giacche gli altri cittadini europei mostrano una maggiore inclinazione alla moneta elettronica ed alle carte di credito.

A parte le ben note problematiche in tema di contrasto dell'evasione, che ha un costo non indifferente in termini di mancati introiti per lo Stato, la gestione della moneta contante ha un suo costo specifico.

Ma quanto costa la detenzione di banconote e monete? La risposta arriva da uno studio della Banca d'Italia, secondo cui il costo di aggira attorno agli 8 miliardi, con un'incidenza sul PIL dello 0,52%. Tradotto in piccoli numeri, significa che ogni italiano paga 200 euro l'anno per l'utilizzo del contante, che comprende una serie di spese diverse (materie prime, gestione del personale, trasporto, sicurezza, stoccaggio, furti, falsificazioni, danneggiamenti ecc.). Il costo è più basso in Europa: secondo uno studio della Banca Centrale Europea la spesa è di 60 miliardi di euro pari alolo 0,46% del PIL.

In realtà, uno studio comparativo sui diversi strumenti di pagamento evidenzia che il costo del contante, pari a 0,33 euro, è inferiore a quello delle carte di debito (0,74 euro) e di credito (1,91 euro), ma solo grazie al minor importo medio dei pagamenti in contanti, mentre confrontando il valore medio dell'operazione si scopre che il denaro è la forma più costosa.

Se si considera poi il costo industriale, la fabbricazione e circolazione di alcune monetine (quelle da 1 e 2 centesimi) non sarebbe conveniente, perché il costo di produzione supera il loro valore nominale: quelle da 1 centesimo costano 4,5 centesimi e quelle da 2 costano 5,2 centesimi. Si è spesso parlato del loro ritiro come moneta di scambio, ma sinora nulla è stato deciso ancora dalla UE.
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