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Dall'euro non si esce ma l'euroscetticismo dilaga

Economia, Politica
Dall'euro non si esce ma l'euroscetticismo dilaga
(Teleborsa) - Dall'euro non si torna indietro. Queste le parole lapidarie del capo dello Stato Giorgio Napolitano, proprio quando in Italia c'è una nuova fiammata di sfiducia nei confronti dell'Europa e delle sue istituzioni. E non solo nel nostro Paese...

Napolitano, intervistato ieri da Fabio Fazio a "Che tempo che fa", ha espresso il timore che "se si avessero forti rappresentanze euroscettiche nel Parlamento, diventerebbe più faticoso il cammino". Parlando delle prossime elezioni europee, Napolitano ha affermato convinto: "Io non credo ad un'Europa che torni indietro". Poi, parlando del disagio percepito in Italia, Napolitano ha sottolineato che la riduzione del debito non deve essere realizzata perché ce lo chiede l'Europa" ma "per i nostri figli".

Le parole dell'inquilino del Quirinale arrivano a proposito, mentre va rafforzandosi il fronte dei secessionisti veneti, cui è giunto prima l'appoggio del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, poi il beneplacito del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, nel corso del weekend. Parlando a Padova, l'ex comico e leader del movimento di contestazione della "politica old style" ha gridato dal palco: "C'è un diritto alla secessione, se fate un referendum sono con voi. È un'autodifesa".

Nel resto d'Europa, la situazione non è più agevole, dopo il voto choc della Francia alla destra di Marine Le Pen, ma anche a causa dei consensi che vanno catalizzando le forze di destra in Olanda, con il Partito della libertà di Geert Wilders, ed Austria, con l'Fpo di Heinz-Christian Strache.

Poi, c'è anche la spina nel fianco della Grecia, dove torna alla ribalta il partito di Alexei Tsipras, di estrema sinistra, contrapposto all'estrema destra di Alba Dorata, attualmente messo al bando alla stregua di fuorilegge.

Che sia a destra o a sinistra il sentimento di sfiducia nei confronti dell'Euro e delle sue istituzioni di va rafforzando, ad un passo dalle elezioni del 25 maggio prossimo, e rischia di ingrandire le fila dei deputati ostili o critici nei confronti dell'Eurozona a Strasburgo.
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