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DEF, Corte dei conti dubbiosa sulla crescita delle entrate

Economia
DEF, Corte dei conti dubbiosa sulla crescita delle entrate
(Teleborsa) - La Corte dei conti si mostra dubbiosa sulle entrate previste dal Documento di Economia e Finanza (DEF) approvato la scorsa settimana dal governo ed attualmente all'esame del Parlamento.

Il presidente Raffaele Squitieri nel corso dell'audizione alla Camera sul DEF, ha parlato di una incertezza "alimentata dalle difficoltà a porre mano alla revisione delle agevolazioni sperimentate in passato". Il numero uno dei magistrati contabili, ha ricordato i tentativi "più lontani", risalenti al 2008 (con la prefigurata alternativa fra tagli selettivi e tagli lineari) e quelli "più recenti" (in cui la revisione percentuale delle detrazioni d'imposta prevista dalla legge di stabilità 2014 è stata eliminata e sostituita con una parte dei proventi della spending review).

Si tratta, segnalano i giudici, di una partita che vale "tre miliardi nel 2015, sette miliardi nel 2016 e 10 dal 2017", e che rappresenta "fra il 26% e il 62% delle maggiori entrate tributarie previste dal DEF fra il 2015 e il 2018".

Per la Corte dei Conti, dare attuazione concreta ad interventi in grado di riattivare la crescita con rapidità ed efficacia rappresenta una "necessità immediata" per offrire risposte al Paese. E, avverte, "è una sfida che rischia di essere senza prove di appello".

I magistrati contabili sottolineano come sia necessario mantenere un "solido filo conduttore" nella strategia complessiva di politica economica e di finanza pubblica, "rafforzando l'efficacia delle riforme e degli interventi avviati e concentrando su di essi le risorse disponibili". La revisione della spesa, avvertono i giudici, e il ridisegno delle strutture organizzative non devono essere solo ispirati da "esigenze di copertura finanziaria"; essi devono basarsi su una chiara "strategia di governo della spesa", in cui il ridisegno sia frutto di una chiara visione circa il profilo che si intende assegnare al sistema pubblico dei prossimi decenni.

L'Italia ha davanti "una impervia e ancora lunga da percorrere". Per Squitieri, "se è vero che nel 2018 rispetto ad oggi la disoccupazione potrà ridursi di 2,4 punti, il prodotto e i consumi pro-capite potranno crescere, rispettivamente di 6 e 4 punti e gli investimenti in macchinari di 19 punti percentuali, è anche vero che nel confronto con i valori pre-crisi la disoccupazione rimarrebbe superiore di oltre 4 punti, il prodotto e i consumi procapite inferiori rispettivamente del 5 e del 6 per cento, gli investimenti in macchinari dell'11 e quelli in costruzioni del 24 per cento".
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