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Opec, riprendono i colloqui sull’esportazione di petrolio iraniano

Economia, Politica
Opec, riprendono i colloqui sull’esportazione di petrolio iraniano
(Teleborsa) - L’aumento delle esportazioni di greggio iraniano, chiesto da Teheran come contropartita nei tagli al programma nucleare della nazione, sta diventando una strategia rischiosa per i mercati del petrolio, se dovesse esplodere una guerra civile in Iraq e se l’interruzione delle forniture di greggio libico dovessero persistere.



Gli intermediari di Stati Uniti, Russia, Cina, Germania, Francia e Regno Unito, hanno ripreso oggi i colloqui con i funzionari iraniani a Vienna, nella sede dell’OPEC, per accordarsi su un alleggerimento delle sanzioni in materia di energia, banche e altri settori del commercio internazionale, in cambio di garanzie, da parte iraniana, sull’indirizzo pacifico del suo programma nucleare.

Lo scorso anno l'Iran ha accettato di ridimensionare il suo programma nucleare, in cambio però ha ottenuto un sollievo limitato dal divieto di esportare pienamente prodotti petrolchimici, oro e importazioni di autoveicoli.

Le sei nazioni che partecipano al colloquio a Vienna, stanno valutando se alleggerire ulteriormente i vincoli all’Iran, con promessa di poter esportare circa 1,1 milioni di barili al giorno, in un patto temporaneo con scadenza al 20 luglio. Prima delle sanzioni l’Iran esportava 2,5 milioni di barili al giorno.

"Il petrolio iraniano ha dato un qualche aiuto al momento difficile che sta vivendo il mercato del greggio" ha dichiarato un funzionario della "Manaar Energy Consulting & Project Management" e consulente in Iran per Royal Dutch Shell. "Se però si iniziano ad importare maggiori quantità da Teheran, il mercato andrà incontro a seri problemi di flessibilità, con concreti rischi di un veloce aumento dei prezzi".
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