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Legge Elettorale: dopo la sfuriata, il M5S approva il decalogo del PD

Politica
Legge Elettorale: dopo la sfuriata, il M5S approva il decalogo del PD
(Teleborsa) - Sono volate parole forti, ieri, tra gli esponenti del PD e quelli del Movimento 5 stelle dopo il mancato incontro sulla legge elettorale che si sarebbe dovuto tenere ieri pomeriggio, tra il l Partito Democratico e il MoVimento Cinque Stelle.

Il leader del M5S, con la veemenza di sempre, ha usato toni aspri verso questa decisione, prendendo "atto che il PD preferisce gli incontri al chiuso di cui nessun cittadino sa nulla con un pregiudicato con il quale si appresta a fare la riforma della Giustizia". Grillo ha continuato nell'affondo dicendo: "stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge, il M5S non resterà a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto".

Il leader dei cinquestelle non ha risparmiato battute al vetriolo contro il Premier Renzi, a suo dire soggiogato da "Verdini e Berlusconi" che secondo l'ex comico "rifiuta ogni confronto democratico con il M5S".

Non ancora soddisfatto, Grillo ha detto che "l'Italia dovrà pagare tutte le conseguenze. Il M5S rappresenta milioni di italiani che non possono essere trattati come dei paria, come dei cani in chiesa da personaggi mai eletti in libere elezioni, da sbruffoni della democrazia. Nessuno potrà più imputarci di non aver cercato il dialogo. Il M5S non resterà a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto".

La polemica dell'ex comico ha suscitato la risposta indignata di Matteo Renzi che, on Twitter, ha bacchettato Grillo:"Io sono un ebetino, dice Beppe, ma almeno voi avete capito quali sono gli 8 punti su cui #M5S è pronto a votare con noi? #pochechiacchiere. Non è uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel #M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla", ha precisato il Premier.

In questo scambio di battute, i colpi di scena non sono finiti. In serata, i pentastellati hanno accettato, seppure, con alcune condizioni la legge elettorale (ballottaggio con premio basso) e le riforme.

E poi i grillini hanno fatto i compiti a casa ossia stilare il decalogo sottopostogli dal presidente del Consiglio e dal PD come condicio "sine qua non", per avviare una trattativa. E' da qui che si riparte.
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