(Teleborsa) - La maledizione dei ricavi non abbandona
IBM, che riesce a riportare conti sopra le attese soprattutto grazie ad una certosina opera di taglio e risparmio sui costi.
Il
re dei brevetti negli Stati Uniti ha chiuso il
secondo trimestre con
profitti netti in miglioramento del 28% a 4,14 miliardi di dollari, o 4,12 dollari ad azione, a fronte dei 3,23 miliardi, o 2,91 dollari ad azione, messi a bilancio nello stesso periodo di un anno prima.
Gli utili operativi, che escludono i piani di pensionamento e altre spese, sono passati da 3,22 a 4,32 dollari ad azione, battendo il consensus di 4,29 dollari.
Come detto, questo risultato è legato soprattutto alla spending review messa a segno da Big Blue, che sta tentando tra l'altro di
concentrare gli investimenti sul cloud computing e sul settore mobile, come testimoniato dallo
storico accordo con Apple.
Altra musica i
ricavi, scesi del 2,2% a 24,36 miliardi di dollari. Sebbene il risultato superi le stime, pari a 24,13 miliardi, si tratta del
nono trimestre consecutivo di cali.
Da rilevare, comunque, la positiva performance del business core di IBM, i PC mainframe, mentre quello degli hardware continua a peggiorare.
Negativa la reazione degli investitori. Nel dopo-Borsa USA
IBM ha ceduto il 2%. Va detto, però, che da inizio anno il titolo è salito del 3%.