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Industriali pessimisti: l'Italia è ancora in crisi, l'Eurozona si è fermata

Economia
Industriali pessimisti: l'Italia è ancora in crisi, l'Eurozona si è fermata
(Teleborsa) - L'Italia era in crisi prima della crisi e continua a esserlo. L'Eurozona è rimasta l'unico buco nero della crescita mondiale. Il credit crunch si è tutt'altro che attenuato.


Sembra un bollettino di guerra l'ultima analisi congiunturale condotta dal Centro Studi Confindustria. A livello generale, gli industriali italiani notano come l'economia globale abbia ritrovato slancio grazie agli Stati Uniti, sostenuti a loro volta da "politiche pragmatiche e condotte in corretta sequenza", e ad alcuni mercati emergenti come Cina e India.

"Il buco nero della crescita mondiale è rappresentato dall'Eurozona, dove i divari nelle performance sono sempre meno sostenibili e la lista dei Paesi che stentano a ritrovare il rilancio va ben oltre i soliti noti", spiega il Centro Studi, secondo il quale nell'Area Euro la ripresa sta perdendo vigore.

Quanto all'Italia, gli ultimi dati confermano le stime di dinamica piatta del PIL nel 2014 a causa della produzione industriale che stenta a ripartire, e alla dinamica fiacca della spesa delle famiglie.

Resta grave anche il credit crunch, ossia la stretta sulla concessione di prestiti a famiglie e aziende. Secondo Confindustria il mercato creditizio potrebbe giovarsi degli acquisti da parte della Banca Centrale Europea di titoli ABS, che libererebbero capitale delle banche, favorendo l'offerta di nuovi impieghi ora che la domanda ha smesso di ridursi. "Ma per ora è solo un annuncio", spiega.

Le uniche note positive sono il miglioramento della fiducia dei consumatori, delle condizioni per investire e dell'export.

Da rilevare, inoltre, che il deterioramento del mercato del lavoro italiano, al di là delle fluttuazioni mensili, sembra essersi arrestato.

L'attenzione, ora, è rivolta al 2015 il cui risultato va costruito nella seconda metà di quest'anno, spiega il CSC. "Partendo da fermi l'impresa è più difficile, ma non impossibile se si agisce in prima battuta sul credito, sulla competitività e sugli investimenti pubblici. E se si lavora con ancor più lena sui molti fronti delle riforme, per restituire fiducia alle famiglie e alle imprese", conclude.
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