(Teleborsa) -
Rialzi poco sopra la parità in chiusura per le principali Borse europee, che accusano nel pomeriggio la lettura negativa del dato sulla
fiducia dei consumatori in Eurozona.
Maglia nera a Piazza Affari, unico listino ad esibire il segno meno a causa soprattutto delle
stime pessimistiche di Confindustria sulla congiuntura tricolore.
A dominare la sessione odierna è stata soprattutto la cautela in attesa di sviluppi dal fronte
Ucraina e
Medio Oriente.
Sul valutario l'
Euro / Dollaro USA resta immobile a 1,347 mentre tra le commodities l'
oro continua la sessione sui livelli della vigilia a quota 1.306,4 dollari l'oncia, il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) si conferma in rialzo a 103,2 dollari per barile.
Lo
Spread fa un piccolo passo indietro, con un misero calo dell'1,27% a quota 158 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 2,73%.
Tra i mercati del Vecchio Continente,
Francoforte termina con un lieve rialzo dello 0,20%,
Parigi dello 0,16% mentre
Londra termina con un nulla di fatto.
Segno meno per Milano, con il
FTSE MIB che archivia la seduta con un leggero calo dello 0,20%.
A Piazza Affari risulta che il controvalore degli scambi nella seduta odierna è stato pari a 1,99 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 1,91 miliardi della seduta precedente; mentre i contratti si sono attestati a 184.471, rispetto ai 175.938 precedenti.
Su 215 titoli trattati a Piazza Affari, 116 hanno terminato la seduta con una flessione, mentre i rialzi sono stati 88. Invariate le rimanenti 11 azioni.
Tra le migliori Blue Chip italiane, brilla
Buzzi Unicem grazie ad un upgrade.
Ben comprate
Unicredit,
UBI Banca e il
Banco Popolare.
Tra i più forti ribassi, invece, crolla
STMicroelectronics dopo la pubblicazione della trimestrale.
Sotto pressione
Cnh Industrial e
Mediaset.
In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, i conti in crescita e le ottimistiche previsioni mettono le ali ad
Amplifon.
Effetto bilancio anche sul
Gruppo Editoriale l'Espresso, che è riuscito a mantenere una profittabilità stabile nonostante l'attuale crisi dell'editoria.