(Teleborsa) -
Il potente patriarca di Samsung Group,
Lee Kun Hee , è da tre mesi ricoverato in ospedale, con il rischio di perdere la sua presa sull’azienda, un conglomerato di attività che spazia dagli smartphone alle assicurazioni.
Il settantaduenne Lee Kun Hee, sostituì il padre ai vertici della piccola azienda di famiglia, 27 anni fa dopo esperienze significative in
Sony,e
Nokia Suo figlio, adesso, a 46 anni si prepara a succedere al padre, con il rischio però di dover pagare ingenti imposte di successione, prossime ai 5 miliardi di dollari, erodendo di fatto il supporto finanziario necessario per controllare, attraverso delle "crossholding", la fitta rete di partecipazioni che riporta al controllo della multinazionale coreana.
La famiglia Lee ha una presa ben salda su 74 aziende, attraverso una rete di partecipazioni azionarie, che controllano Samsung con meno del 2% del capitale azionario totale. L’allentamento della presa familiare sull’azienda potrebbe, di fatto, rendere scalabile Samsung, proprio in un periodo in cui l’azienda si appresta a consolidare il primato del mercato degli smartphone e progettare le crescenti sfide di questo redditizio settore.
"Samsung è diventato un leader mondiale solo perché il presidente Lee ha potuto mantenere il suo controllo di gestione lontana da influenze esterne", ha detto Kim Houng Yu, professore alla Kyung Hee School Of Management a Seul. "Una volta che la struttura di partecipazioni incrociate si romperà, il controllo della famiglia Lee sul gruppo sarà indebolito lasciato Samsung estremamente vulnerabile alle influenze esterne."