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L’ex blocco sovietico tenta di isolare la Russia

Politica
L’ex blocco sovietico tenta di isolare la Russia
(Teleborsa) - Gli investitori sono venditori sui mercati di molte nazioni dell'ex blocco sovietico, per i loro supposti legami con la Russia, malgrado siano attualmente membri dell'Unione Europea.

Dopo il rublo, sono nel mirino dei venditori almeno cinque dei sei cambi meno efficienti, guidati dal fiorino ungherese e dal leu rumeno. Gli indici azionari della Bulgaria, della Repubblica Ceca e dell’Ungheria, unitamente alla Russia, chiudono il mese di luglio in declino. Tutti tranne uno degli 11 paesi ex comunisti, ora parte della UE, hanno condannato l’atteggiamento di Putin, a partire dalla Crimea. Più della metà delle forniture di energia consumata da paesi dell'Est proviene dalla Russia, secondo Deutsche Bank.

Le 11 nazioni dell'UE "amiche" della Russia, hanno votato comunque tutte a favore dell’estensione delle sanzioni sulla Russia, malgrado queste possano incidere negativamente sul loro assetto economico. La motivazione va ricercata proprio nel ruolo destabilizzante di Putin in Ucraina.

"C'è un senso critico molto forte da parte degli investitori globali, sui rischi geopolitici innescati in Europa Centrale, per scarso buon senso, malgrado ci siano in quelle aree buone opportunità", ha dichiarato uno strategist sui cambi della filiale londinese di Brown Brothers Harriman.

Nazioni dell'Europa orientale sono in ritardo rispetto ad altre economie in via di sviluppo. Mentre l’indice MSCI dei mercati emergenti è salito al massimo degli ultimi 18 mesi, la scorsa settimana, i mercati azionari di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Romania, hanno perso mediamente 7,5 miliardi dollari di valore in un solo mese. Le valute asiatiche, tra cui la rupia indonesiana e il baht tailandese, hanno guadagnato contro il dollaro questo mese, mentre tutte le valute dell’Europa Centrale hanno subito forti perdite. Il leu rumeno, il fiorino ungherese, lo zloty polacco, la corona ceca e il lev bulgaro, sono tutti scesi di oltre il 2% nei confronti del dollaro e si sono indebolito nei confronti dell'euro.

La Polonia, il più grande dei membri orientali dell'UE, una volta solidale fino all’estremo con la Russia, sta valutando una politica isolazionista, percependo come irragionevole l'atteggiamento di Putin nel conflitto ucraino.
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