(Teleborsa) - Riforme, atto V di una
pièce condita da colpi di scena (il
Canguro), proteste, urla, contusioni e
Governo battuto.
Riprendono oggi al Senato le discussioni e i voti sugli
emendamenti al testo delle
riforme costituzionali che dovranno sancire la fine del bicameralismo perfetto.
Come noto, il Premier Renzi avrebbe voluto
chiudere entro l'8 agosto, ma vista la mole di emendamenti (inizialmente erano 7.800) e l'ostruzionismo delle opposizioni (Sel e Movimento 5 Stelle in primis)
le sue aspettative temporali sono state ridimensionate.
Non poteva essere altrimenti:
dopo quattro giorni è stato approvato solo l'articolo 1, e che fatica per arrivare a questo traguardo: ieri l'Esecutivo è
andato sotto su un emendamento del leghista Candiani, cosa che fortunatamente non si è ripetuta successivamente con il voto (questa volta palese, con tanto di rimostranze dell'opposizione che avrebbe preferito la segretezza) sull'altra proposta di Candiani di
ridurre a 500 il numero dei deputati.
Molti senatori dell'opposizione hanno continuato a gridare al tradimento, parlando di attentato alla Costituzione ("Ladri di democrazia", uno degli slogan sventolati su fogli bianchi), mentre il Presidente del Senato, Pietro Grasso, è stato costretto a sospendere la seduta e a convocare i capigruppo. Ad un certo punto ha anche fatto sapere che una senatrice è stata trasportata in ospedale per sospetta lussazione alla spalla.
Come detto,
stamane Palazzo Madama torna a riunirsi e visto quanto accaduto anche ieri, anche oggi tutto può succedere.