(Teleborsa) - La necessità di contenere gli sprechi non è tipica solo di economie in difficoltà, come quelle dell'Eurozona che sono assillate da alti debiti, ma la
grande crisi del millennio ha imposto a tutti un nuovo modo di "valutare" le cose, anche in economie notoriamente floride, come quella cinese.
Pechino, infatti, ha deciso di fare un po' di
spending review, non a livello di
apparato burocratico, quanto piuttosto presso la moltitudine di aziende a partecipazione statale o totalmente controllate dalla Repubblica cinese. Ad annunciarlo il Presidente Xi Jinping, il quale ha annunciato un
taglio agli stipendi dei manager, ritenuti "troppo alti".
"Gli stipendi irragionevolmente alti saranno rivisti", ha detto Jinping, aggiungendo che i manager non dovrebbero avere una "capacità di spesa eccessiva" rispetto a quanto pianificato dal Governo e che i top manager delle imprese statali dovrebbero "supportare attivamente il cambiamento".
In realtà, la ratio di questa decisione è diversa da quanto accaduto in altri Paesi alle prese con problemi di finanza pubblica, perché mira perlopiù a
porre un freno alla corruzione dilagante ed ai vantaggi ingiustificati per tentare di modernizzare l'economia più grande dell'Asia.