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Tecnologia italiana per la Super Pila al grafene

Scienza e tecnologia
Tecnologia italiana per la Super Pila al grafene
(Teleborsa) - L’italica inventiva non finisce di stupire per come riesce a rimanere all'avanguardia nonostante le acque tempestose in cui versa l’economia nazionale. Un gruppo di ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha messo a punto una nuova applicazione tecnologica che promette importanti progressi nel campo degli accumulatori di carica, le batterie.

I nostri connazionali hanno utilizzato il lavoro degli scienziati russi Andre Geim e Konstantin Novoselov, premi nobel per la fisica nel 2010, che hanno realizzato nel 2004 un materiale bidimensionale, dello spessore di un atomo, fatto di carbonio e denominato grafene.

Questo materiale, per le sue caratteristiche fisiche, ha una bassissima resistenza elettrica e quindi ottima conducibilità. Quasi immediata la proliferazione delle applicazioni del grafene, dagli schermi touch-screen, alle plastiche conduttrici, dai pannelli luminosi a quelli solari, ma il merito degli scienziati italiani è stato di pensare al grafene come sostituto della graffite negli anodi delle pile elettriche; questa che sembra una semplice intuizione, ha risvolti tecnologici ed industriali importanti perché consente un aumento di almeno il 25% dell’efficienza energetica delle batterie.

ll team italiano, guidato da Vittorio Pellegrini e Bruno Scrosati, fa parte di un più ampio progetto "Grafene" che si propone di collegare tra loro oltre 75 partner accademici e industriali con lo scopo di promuovere i materiali nano-tecnologici. Questo ha significative implicazioni per l'Europa, che rimane punto di riferimento della ricerca avanzata, e che può dare la spinta alla ripresa dell'asfittica economia continentale. Le premesse ci sono ed anche i riscontri se è vero che il California Lithium Battery, un’importante azienda statunitense votata alla costruzione di pile al litio, ha già annunciato l’introduzione dell’anodo in grafene in tutta la sua produzione.
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