(Teleborsa) - Scontro fra titani a causa della spiacevole situazione creata dai
Tango Bond argentini, che non poche tensioni ha creato nei salotti dell'alta finanza statunitense.
L'ultimo atto della vicenda, che vede un braccio di ferro fra la finanza statunitense ed il governo di Buenos Aires, coinvolge la
Bank of New York Mellon, che sino a qualche tempo fa era la banca
depositaria delle cedole che l'Argentina pagava ai suoi creditori. Ora non lo è più, perché il Presidente dell'Argentina Christina Fernandez de Kirchner ha deciso di "appoggiarsi" ad una banca locale ed "eludere" le
condizioni imposte dal giudice di Manhattan Thomas Griesa.
Griesa, con una sentenza clamorosa, aveva
inibito il pagamento di tutte le future cedole a favore di chi aveva aderito alla ristrutturazione del 2001, finché non fossero stati rimborsati gli hedge fund americani che non avevano accettato le condizioni di default. Uno stallo che aveva portato "solo tecnicamente" al
secondo default dell'Argentina.
Nel gruppetto di fondi hedge "protetto" da Griesa vi sono
Elliott Management e Aurelius Capital Management, cui ora si contrappongono tutti gli altri investitori che aderirono alla ristrutturazione del 2001 e che, giustamente, pretendono quanto maturato.
Alla lunga fila di aventi diritto ora si è aggiunto anche il noto finanziere
Geroge Soros, con il suo fondo Quantum Partners, che ha
fatto causa alla Bank of New York Mellon per non aver distribuito l'ultima tranche di cedole, pari a 226 milioni di dollari. E come avrebbe potuto? In ogni caso la banca statunitense resta, formalmente, la depositaria degli interessi sui Tango Bond argentini e per questo motivo è stata citata.