Facebook Pixel
Milano 17:35
33.393,85 -1,65%
Nasdaq 17:38
17.729,31 +0,13%
Dow Jones 17:38
37.833,13 +0,26%
Londra 17:35
7.820,36 -1,82%
Francoforte 17:35
17.766,23 -1,44%

Per la Cgia di Mestre il federalismo fiscale è stato un flop

Economia
Per la Cgia di Mestre il federalismo fiscale è stato un flop
(Teleborsa) - Il decentramento di parte delle funzioni pubbliche dallo Stato centrale alla Periferia, avviato alla fine degli anni ’90, è stato un flop. Ad affermarlo la confederazione degli artigiani CGIA di Mestre, spiegando che la spesa pubblica dal 1997 al 2014 aumenterà più delle entrate fiscali, 295,9 mld contro 241 miliardi di euro.

Il decentramento, segnala il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi, "non è riuscito a frenare la spesa pubblica, che invece ha continuato a crescere in misura superiore alle entrate. Nonostante gli sforzi e l’impegno profuso, possiamo dire che, allo stato attuale, il federalismo all’italiana abbia fallito. Mentre nei Paesi federali consolidati come Spagna, Germania e Austria, il costo complessivo della macchina pubblica è circa la metà dei Paesi unitari, da noi, che siamo ancora a metà del guado, le uscite sono in costante crescita ed hanno spinto all’insù anche le entrate. Il risultato è che abbiamo continuato a spendere sempre di più, sia al Centro sia in Periferia, e per far quadrare i conti siamo stati costretti a subire un progressivo aumento del prelievo fiscale".

"L’aumento delle tasse locali – conclude Giuseppe Bortolussi – è il risultato del forte decentramento fiscale iniziato negli anni Novanta. L’introduzione di alcune tasse locali - come l’Ici, l’Irap, le addizionali comunali e regionali Irpef – ha fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni e le nuove competenze che sono state trasferite alle Autonomie locali. Non dobbiamo dimenticare che in questi ultimi 18 anni le Regioni e gli enti locali hanno assunto la gestione di settori importanti come la sanità, i servizi sociali e il trasporto pubblico locale, senza aver ricevuto un corrispondente aumento dei trasferimenti. Anzi, la situazione dei nostri conti pubblici ha costretto lo Stato centrale a ridurre progressivamente i trasferimenti, creando non pochi problemi di bilancio a molte Autonomie locali, che a loro volta si sono difese, in taluni casi in maniera eccessiva, facendo leva sulle nuove imposte locali introdotte dal legislatore. Insomma, né lo Stato né le Regioni e gli enti locali sono riusciti a frenare la spesa, continuando invece ad agire sulla leva fiscale, penalizzando soprattutto le famiglie e le imprese".
Condividi
```