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Italia in bilico, alle prese con deflazione e recessione

Economia
Italia in bilico, alle prese con deflazione e recessione
(Teleborsa) - La deflazione e la recessione terrorizzano il Paese Italia.



Adusbef e Federconsumatori, alla luce dei dati Istat di agosto, chiedono un incontro con il governo, spiegando che la deflazione "è la fotografia di un Paese in grandissima crisi". "Si tratta di un segnale evidente della profonda difficoltà e del drammatico disagio vissuto dalle famiglie. Una percentuale che equivale a un calo della spesa delle famiglie di 77,6 miliardi di euro", precisano le associazioni dei consumatori.

La Coldiretti, invece, sottolinea come la spesa alimentare abbia ormai toccato il fondo, tornando indietro di ben 33 anni. "Gli effetti negativi della spirale recessiva tra deflazione e consumi si evidenzia nell'ortofrutta con il crollo degli acquisti degli italiani che nel 2014 sono sceso addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia, un valore inferiore a quelli raccomandati dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, mettendo a rischio le imprese e la salute consumatori ed il reddito delle imprese", spiega l'organizzazione di imprenditori agricoli.

La preoccupazione di Nomisma, invece, è che continuando così si rischia un terzo anno con PIL negativo. "La batteria di indicatori congiunturali diffusa negli ultimi giorni - spiega Sergio De Nardis capo economista della società di studi economici -, conferma lo stato di debolezza del ciclo italiano. I dati di contabilità nazionale del secondo trimestre mostrano che sono il calo degli investimenti e della domanda estera netta, pur con esportazioni positive, a tirare giù l'attività economica".
"Con questi risultati, perché la variazione del PIL nella media del 2014 non sia col segno meno occorre che la dinamica economica viaggi a ritmi trimestrali almeno dello 0,3% nella seconda meta' dell'anno".

"I dati diffusi dall'Istat sono un vero e proprio macigno che si abbatte sulla politica delle enunciazioni del governo Renzi. Il premier ha l'obbligo ''morale' di convocare i rappresentanti del mondo del lavoro, nessuno escluso, per individuare subito soluzioni concrete", dichiara infine il segretario generale dell'Ugl, Geremia Mancini.
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