(Teleborsa) - I palestinesi hanno criticato la decisione di
Israele di appropriarsi di circa 1.000 ettari di terreno in Cisgiordania, una mossa che un’organizzazione non governativa israeliana,
Peace Now, ha definito "senza precedenti", in ambito regionale, dal 1980.
Il Ministero della Difesa di
Tel Aviv, ha dichiarato ieri che la zona a sud della città di Betlemme, è divenuta
"suolo statale", una classificazione che, secondo la legge israeliana. permette la costruzione degli insediamenti abitativi.
La struttura si trova nel blocco di colonie di
Gush Etzion, che Israele ha detto di voler mantenere in qualsiasi accordo di pace, che verrà sottoscritto con i palestinesi.
"Questa decisione, che porta ad un ulteriore deterioramento della situazione, deve essere bloccata", ha dichiarato
Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas. Qualsiasi tipo di costruzione su quei territori, per lo stato in cui erano classificati, avrebbe dovuto subire un processo di approvazione che avrebbe richiesto parecchi anni.
La mossa arriva a meno di una settimana
dall’accordo di cessate il fuoco, raggiunto tra israeliani e palestinesi nella Striscia di Gaza, dopo sette settimane di combattimenti.
"La decisione di ieri è
controproducente per l'obiettivo dichiarato di Israele, di voler raggiungere un
accordo di pace, che preveda una soluzione a due stati", ha scritto il New York Times. Il governo di Tel Aviv non ha rilasciato nessun commento sulla vicenda.
La terra in cambio di pace è sempre la stata la premessa di sforzi diplomatici, per giungere alla definitiva formazione di uno
stato sovrano palestinese. I palestinesi dicono che la costruzione degli insediamenti di Israele e le sue esigenze di mantenere il controllo sulla sicurezza nella zona, preclude di fatto il loro diritto ad avere uno stato sovrano. Israele conquistò la Cisgiordania nella guerra del 1967 in Medio Oriente.