(Teleborsa) - A partire dal 18 settembre la Scozia potrebbe tornare un Paese indipendente dopo tre secoli di annessione al Regno Unito. Fino a qualche mese fa questa ipotesi non era contemplata nemmeno usando il condizionale visto che i sondaggi avevano sempre dato il
fronte secessionista perdente.
Ma in questi ultimi giorni la situazione si è ribaltata. Tutti i poll, da quello di
YouGov a quello del
Sunday Times, indicano una crescita costante dei separatisi. Secondo il primo i "Braveheart" ora sarebbero al 47% contro il 45% della fronda dei "no". Secondo il quotidiano i favorevoli alla separazione sarebbero il 51% contro il 49% dei contrari.
Si tratta di un risultato inatteso, come confermato anche dalla
reazione anomala della sterlina sul mercato dei cambi.
Meno di un anno fa, quando lo
Scottish National Party, il partito nazionalista guidato da Alex Salmond che ha riesumato i sogni di indipendenza, pubblicò il
piano separatista, erano in pochi a credere che il cambiamento epocale potesse avverarsi.
A questo punto non resta che attendere il
referendum del 18 settembre che potrebbe cambiare la storia oltre che la composizione dell'Unione Europea, visto che Salmond & Co. hanno già manifestato il
desiderio di entrare nel club dei 28.