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Scozia, cosa succederà alle banche in caso di indipendenza

Economia, Politica
Scozia, cosa succederà alle banche in caso di indipendenza
(Teleborsa) - Se dal cilindro del referendum scozzese sull’indipendenza dalla Gran Bretagna, dovesse uscire il "Si", si complicherebbe il futuro delle istituzioni finanziarie per le operazioni "da e verso" la Scozia. In particolare Royal Bank of Scotland e Lloyds Banking, che sono state entrambe salvate dal Regno Unito dopo la crisi finanziaria del 2008, svolgono le proprie attività prevalentemente da Edimburgo.

Secondo David Bell, professore di economia presso l'Università scozzese di Stirling, lo scenario estremo di una "separazione", potrebbe vedere la Banca d'Inghilterra limitare gli importi che i clienti potrebbero prelevare quotidianamente o costringere le banche a chiudere per un breve periodo di tempo.

Un parere più strettamente tecnico è stato espresso dalla banca USA, JP Morgan, secondo cui la Banca d'Inghilterra, per il suo ruolo di "prestatore di ultima istanza per le banche scozzesi, potrebbe imporsi, in forza del suo mandato, per impedire la fuga di capitali o arginare il panico finanziario. Tutti gli attori in campo, quindi, tenderanno ad evitare il ripetersi del crollo di Northern Rock del 2007, quando il panico è dilagato perché i depositanti non potevano accedere ai loro fondi per via telematica.

Il Governatore della Banca d'Inghilterra, Mark Carney, ha detto ai legislatori britannici che la Banca Centrale britannica avrebbe agito a tempo indeterminato come prestatore di ultima istanza per le società finanziarie con sede in Scozia, indipendentemente da dove siano le loro attività.
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