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Autunno caldo per Camera e Senato: il tetto agli stipendi non piace

Economia
Autunno caldo per Camera e Senato: il tetto agli stipendi non piace
(Teleborsa) - Non piace ai dipendenti di Montecitorio e Palazzo Madama il piano di riduzione degli stipendi, ideato dai due presidenti Laura Boldrini e Pietro Grasso e presentato ieri alle maggiori sigle sindacali dalle responsabili per la gestione del personale del Senato, Valeria Fedeli, e della Camera, Marina Sereni.



"Con questo provvedimento - hanno spiegato Sereni e Fedeli - si introducono per ciascuna categoria dei tetti massimi alle retribuzioni, si prevede una riduzione graduale per quattro anni degli stipendi per coloro che superano tali tetti, si accelera il processo di armonizzazione tra Camera e Senato in materia di indennità di funzione e di valutazione del merito".

La spending review del personale del parlamento prevede, in sostanza, una riduzione degli stipendi che sforino il tetto prefissato per un risparmio di spesa di un centinaio di milioni in quattro anni: oltre 60 milioni per la Camera e oltre 36 milioni per il Senato. Il piano colpisce tutti, dai livelli più bassi ai più alti funzionari e dirigenti.

Le reazioni? Se da un lato il PD afferma che il confronto ha portato ad "alcune aperture" delle sigle sindacali, dall'altro lato il clima nei corridoi di Montecitorio e di Palazzo Madama, ieri sera, era irrespirabile. Si prospetta una dura battaglia sul provvedimento, che potrebbe ben presto sbarcare sul tavolo del giudice del lavoro, dove è attesa una valanga di ricorsi.
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