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BCE, gli stress test bancari punteranno sulla qualità del capitale

Economia
BCE, gli stress test bancari punteranno sulla qualità del capitale
(Teleborsa) - La Banca Centrale Europea userà tutta la sua influenza normativa per assicurarsi che gli istituti di credito della Zona Euro stiano raggiungendo il giusto "tipo di capitale", non solo la giusta quantità.
I responsabili della politica bancaria europea dicono che gli istituti di credito si sono ricapitalizzate di quasi 200 miliardi di euro (258 miliardi dollari) dalla metà del 2013, per aumentare la loro capacità di assorbire l'urto di una eventuale crisi. Eppure, solo un quarto della somma è puro capitale azionario. Il resto è un ammontare ripartito tra rinegoziazione e accordi su debito, oltre a fiscalità per l'assorbimento di perdite pregresse, la cui incidenza non è stata nemmeno testata sull'equilibrio generale dei conti.

La BCE sta concludendo una verifica, in corso da oltre un anno, per valutare le attività di 131 banche. Le più grosse e meglio posizionate nell'area euro. La stessa BCE si prepara ad assumere il suo nuovo ruolo di supervisore bancario della zona euro, il prossimo 4 novembre e suoi funzionari stanno già anticipando che saranno molto più rigidi nelle procedure, per misurare la capacità dei creditori a sopportare perdite future.

"C'è assoluto bisogno di sapere se ciò che le banche dicono non siano solo numeri, ma che sia effettivo capitale, oltremodo di qualità", ha dichiarato Elke Koenig, presidente di Bafin, regolatore bancario tedesco, e nuovo membro del Consiglio di Sorveglianza della BCE. "Dobbiamo davvero discriminare questi dati. Sono abbastanza sicuro che uno degli argomenti sulla lista dei prossimi stress test, sarà proprio quello della qualità del capitale bancario".

La valutazione globale della BCE stabilisce proprio nell'adeguatezza patrimoniale il punto di riferimento del nuovo standard globale del sistema bancario. Il CET1, "Common Equity Tier 1", che è sostanzialmente capitale pronto all'uso, deve essere mantenuto e discriminato dai profitti.

Tutti gli istituti di credito dell'area euro dovranno quindi dimostrare di poter mantenere un rapporto di CET1 in rapporto alle attività di rischio ponderate, pari all'8% nelle condizioni attuali, e al 5,5% per cento in un crollo simulato dell'economia.
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