(Teleborsa) - Dal Brasile al tax ruling, passando per i presunti guai tecnici di Chrysler, per il profit warning di Ford e per l'ansia da immatricolazioni, sono tanti i venti contrari per
Fiat. Il pessimo andamento borsistico della casa d'auto italo-americana la dice lunga sui molti grattacapi che potrebbero attendere la società guidata da Sergio Marchionne.
Innanzitutto, la Commissione Europea ha da poco pubblicato i
dettagli dell'indagine sul tax ruling, sentenziando che si tratta di aiuti di Stato.
Nonostante gli
appelli alla correttezza di Fiat, nella peggiore delle ipotesi il braccio finanziario del Lingotto potrebbe essere costretto a restituire quelli che secondo Bruxelles sarebbero benefici fiscali.
Non di poco conto l'impatto che sta producendo l'
allarme utili di Ford, anche perché il car maker statunitense ha puntato il dito soprattutto sulla debole economia europea.
In terzo luogo, Fiat è preoccupata per la
difficile situazione economica del Brasile.
Non di poco conto potrebbe rivelarsi anche il
caso Chrysler. Il Centro che si occupa della sicurezza delle auto negli USA (Center for Auto Safety) ha chiesto alle autorità di avviare un'indagine su alcuni milioni di veicoli Chrysler (si stima siano 4,9 milioni) per un presunto difetto che causa lo spegnimento del motore e altri problemi, ha fatto sapere la National Highway Traffic Safety Administration.
Da rilevare, infine, l'
effetto immatricolazioni. Domani verranno infatti rilasciati i numeri sull'andamento del mercato dell'auto in Italia. Queste statistiche provocano sempre una reazione nei titoli Fiat.