(Teleborsa) - La
spending review sembra funzionare, almeno per quanto riguarda i
dipendenti pubblici.
Secondo i dati
Istat il costo del settore si è ridotto di 7,8 miliardi tra il 2010 e il 2013, grazie ad iniziative come il
blocco della contrattazione e i limiti al turnover.
In particolare le uscite per i redditi da lavoro dipendente sono scese del 4,5% a 164,747 miliardi di euro, con una contrazione di 1,45 miliardi di euro solo nel 2013.
Le uscite per le retribuzioni lorde, al netto dei contributi a carico della Pubblica amministrazione, sono diminuite di 6 miliardi 751 milioni di euro, sempre nel confronto tra il 2010 e il 2013 (-5,5%).
La notizia non piace ai sindacati, con la CGIL CISL e UIL già pronti alla
mobilitazione per protestare contro il blocco delle retribuzioni dei dipendenti statali.
Il "congelamento" degli stipendi degli statali in vigore dal 2010 è stato confermato anche nel 2015, proprio dal Ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, per mancanza di risorse. "In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono", ha detto la Madia ad inizio settembre, ribadendo che in una situazione così difficile "l'importante è l'alleanza con chi ha più bisogno".