(Teleborsa) - Anche se l'
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) tende a ridurre l'allerta per
Ebola, avanzando il fatto che l'epidemia in Africa Occidentale sembra essere sotto controllo, la preoccupazione nei paesi del nord del mondo è ancora elevata, in virtù di un intenso traffico aereo da e per l'Africa.
Le istituzioni sovranazionali, deputate al monitoraggio e alla circoscrizione dell'epidemia, hanno mostrato in pieno tutta la loro debolezza, sia per quanto riguarda la comunicazione, sia per mancanza di leadership nei momenti topici dell'epidemia.
Altra carenza, che ha portato ad una crisi sul controllo del virus è sicuramente il sotto finanziamento dell'emergenza nella fase di risposta iniziale.
Solo 500.000 dollari messi a disposizione in fase di reazione, peraltro ritardata da ostacoli burocratici, che hanno impedito ai medici di ricevere per tempo i visti di ingresso nei paesi colpiti.
Il direttore generale dell'OMS,
Margaret Chan, in una intervista telefonica, ha sottolineato come il periodo iniziale dell'epidemia, alla fine di giugno, sia stato un momento "molto infelice", acuitosi tre mesi dopo lo scoppio, riflettendo sulla portata sanitaria dell'epidemia.
Il conto dei passi falsi fatti dall'OMS per contrastare Ebola, ha sollevato il velo sul funzionamento di un'agenzia, progettata per salvaguardare la salute del mondo, gravata da politica inefficiente e dannosa burocrazia.
"C'era bisogno di un campanello d'allarme", ha detto Lawrence Gostin, professore di diritto alla salute globale presso la
Georgetown University di Washington. "L'OMS soffre di una cultura della stagnazione, di mancanza di pensiero innovativo e risolutore dei problemi della salute e guarda a se stessa come un'agenzia tecnica piuttosto che ad un ruolo di leader globale.