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Londra strizza l’occhio alla finanza islamica

Economia
Londra strizza l’occhio alla finanza islamica
(Teleborsa) - Una delle ambizioni finanziarie del Regno Unito è quella di diventare un hub globale per la finanza islamica, forte di un debutto per un "sukuk" sovrano, nel mese di giugno.

Non c'è mai stato un bond islamico venduto pubblicamente da un’istituzione finanziaria della Gran Bretagna.

Uno simile riguarda un collocamento da 500 milioni di dollari, piazzata da una succursale mediorientale della londinese HSBC, nel 2011, per International Innovative Technologies, una società attiva nell’ energie rinnovabili.

Londra sta cercando di spostare il suo baricentro di uno dei centri finanziari del mondo, pronto a raddoppiare entro il 2018, ad un valore di circa 3.400 miliardi dollari, secondo le stime di Ernst & Young. Anche dopo l’esternazione del sindaco londinese, Roger Gifford, che ha detto che "la finanza islamica deve essere più britannica, alla stregua del fish&chip", funzionari dell’ente regolatore britannico hanno riferito che attualmente non ci sono piani per ulteriori colloccamenti di "sukuk".

g.s. "Siamo alla ricerca di imprese che vogliano emettere sukuk, per creare un punto di riferimento", ha detto Farmida Bi, partner dello studio legale londinese Norton Rose Fulbright, che consigliò Goldman Sachs di vendere il primo sukuk. "C'è sicuramente un desiderio di costruire dalle basi un’industria della finanza islamica".
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