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Fiume di adesioni per la maxi manifestazione della Cgil

Economia, Welfare
Fiume di adesioni per la maxi manifestazione della Cgil
(Teleborsa) - Sta dando fondo a tutte le risorse possibili la Cgil per riempire piazza San Giovanni, a Roma, in occasione della manifestazione nazionale del 25 ottobre sul tema "Lavoro, dignità, uguaglianza per cambiare l'Italia". Nelle ultime ore il leader del sindacato Confederale, Susanna Camusso, ha chiamato a raccolta i componenti dell’organizzazione. "A nome di tutto il gruppo dirigente della Cgil, rivolgo un cordiale invito a tutti i nostri iscritti – ha scritto il segretario generale - perché siano presenti a Roma il 25 ottobre. Il vostro coraggio è importante".

Le prenotazioni reali, ad oggi, escluso il Lazio, sono 120mila. Nella capitale è previsto l’arrivo di 2.300 pullman, oltre a sette treni straordinari e ad una nave. Tanti raggiungeranno a Roma autonomamente e altre adesioni, sottolineano da Corso d’Italia, arriveranno all’ultimo momento. Sono previsti pullman in arrivo anche da altri Paesi.

"E' il momento delle scelte, chiare, dedicate a creare lavoro – ha ricordato Camusso agli iscritti - sono passati sette anni dall'inizio della crisi e a pagarne il prezzo continuano a essere i lavoratori e le famiglie, i giovani e i pensionati, i precari, gli esodati, i disoccupati di ogni età. In Italia ed in Europa si continua con la politica del rigore che tra tagli lineari, interventi sul mercato del lavoro, blocco dei contratti, non dà lavoro e impoverisce le famiglie, come confermato dalla recessione che permane nel nostro Paese. La conferma di quelle politiche che, purtroppo, caratterizza il governo Renzi, insiste su un'idea di Italia che compete al ribasso, non scommette su innovazione, istruzione, ricerca, non scommette sul lavoro di qualità".

L’appello del segretario generale si chiude con un arrivederci nella prima piazza della capitale: "facciamo sentire la nostra voce, schierandoci dalla parte del lavoro. Facciamolo insieme. Vi ringraziamo, sin da ora, per la vostra presenza e mobilitazione. Ci vediamo a Roma".

A San Giovanni, sabato ci sarà anche la Fiom di Landini, a conferma del ritorno di armonia fra i falchi e le colombe del maggior sindacato nazionale. Non ci saranno, invece, gli altri sindacati Confederali. I tempi per una mobilitazione comune non sono ancora maturi. Anche se nemmeno troppo lontani. Appena quarantottore fa, il segretario generale aggiunto Uil, Carmelo Barbagallo, il candidato favorito alla successione di Luigi Angeletti, ha speso parole di fuoco contro l’esecutivo. E non solo: "i contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego – ha detto il sindacalista Uil - sono fermi al 2010. Ebbene, se lo Stato non rispetta gli accordi, anche noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e, dunque, non terremo più conto dei limiti previsti per gli scioperi nel settore".

Prefigurando disagi non indifferenti: non rispettare i servizi minimi pubblici in caso di sciopero, infatti, significherebbe mettere a rischio scrutini ed esami di Stato (nella scuola), ma soprattutto servizi indispensabili come il pronto soccorso, la rianimazione, la disponibilità di ambulanze (nella sanità).

Decisiva, per il ritorno della "triplice" in piazza, potrebbe diventare la posizione della Cisl. Il nuovo leader, Annamaria Furlan, ha ricordato che dal 2010 il blocco contrattuale dei dipendenti pubblici ha prodotto sino ad oggi "una perdita stimata fra i 2.500 e i 4.000 euro" a testa. E che non è possibile accettare alcuna proroga. A spingere per una protesta unitario potrebbe allora essere, paradossalmente proprio il Governo: nella Legge di Stabilità alla voce ‘rinnovo contratti’ sembra voler tirare dritto fino al 2018.
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