(Teleborsa) - L'imprenditoria italiana volge sempre di più lo sguardo all'estero, anche alla luce degli buoni
dati sul commercio extra europeo.
Secondo i dati resi noti da
Unioncamere oltre 2 mila piccole imprese italiane nel 2013 sono diventate esportatrici per uscire dalla crisi, aggiungendosi all'esercito delle 214.000 aziende che già frequentano mercati esteri.
Tale aziende, ha spiegato il presidente di Unioncamere
Ferruccio Dardanello, sono diventate esportatrici "anche grazie al sostegno del sistema camerale" che ha "individuato altre 70mila aziende che potenzialmente possono esportare e ne ha coinvolto 20mila in 670 iniziative volte all'internazionalizzazione".
Questa preziosa attività, ha aggiunto Dardanello, "oggi è messa a rischio dal tagli imposti dal dl sulla Pubblica Amministrazione e sulla quale incombono anche le ipotesi di una radicale ristrutturazione e revisione delle funzioni, contenute nel ddl di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, attualmente in discussione al Parlamento, con il rischio di compromettere il lavoro e il successo di decine di migliaia di imprese che hanno come riferimento principale le camere di commercio italiane".