(Teleborsa) -
Il lavoro sommerso indice in agricoltura al 32%. Una cifra in aumento rispetto agli ultimi anni: 27,5% nel 2011, 29,5% nel 2012, 31,7% nel 2013.
E' quanto stima l'
Eurispes che sottolinea la situazione di "stagnazione" in cui si trova l'Italia e cita il
PIL che non aumenta ormai da tre anni, ovvero dal 2° trimestre del 2011.
"Siamo di fronte al perdurare di una profonda crisi economica che genera forti difficoltà al sistema produttivo e alle famiglie italiane" sottolinea l'istituto di ricerca secondo cui pezzi consistenti dell'economia stanno reagendo alla crisi e alle difficoltà "immergendosi" e alimentando quel sommerso strutturale che è una caratteristica del nostro Paese. Si tratta di una "immersione da sopravvivenza", dell'apnea di una "economia anfibia" che potrà essere recuperata solo attraverso chiari segnali sul fronte della "riduzione della pressione fiscale" e di "profondo cambiamento delle politiche del lavoro".
Secondo il segretario generale della
UILA (Unione italiana lavori agroalimentari),
Stefano Mantegazza "i dati della ricerca mostrano che il lavoro nero e irregolare rappresenta per l’Italia, molto più che per gli altri paesi europei, una realtà grave e di ampia dimensione con la quale il Paese deve fare i conti e deve farli in fretta".
Non possiamo permetterci di presentarci all’appuntamento di
Expo 2015 con un’agricoltura che nel definirsi "di qualità", nasconde dietro di sé un’incidenza di oltre il 30% di lavoro nero o irregolare. Mantegazza chiede che "governo e parlamento diano un segnale forte e chiaro in tal senso, trasformando in legge la proposta unitaria di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, che mira a realizzare una rete del lavoro agricolo per promuovere e gestire l’incontro domanda-offerta di lavoro in un quadro di trasparenza e incentivazione per le imprese virtuose".