(Teleborsa) - Dal
caso ASTal malcontento per il
Jobs Act, è caos nel mondo del lavoro italiano.
Le difficili trattative per evitare gli esuberi monstre nell'impianto ternano della
Thyssenkrupp hanno infatti esacerbato tensioni latenti che stanno portando ad un vero e proprio
braccio di ferro tra Governo e sindacati.
Per quanto riguarda il
tavolo su Acciai Speciali di Terni, si è svolto ieri a Palazzo Chigi un
incontro tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e le rappresentanze sindacali dell'azienda tedesca.
L'incontro sembra essere stato proficuo: il Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi ha riferito che AST si è detta disponibile a rafforzare il piano industriale, di mantenere aperti due forni e di garantire volumi produttivi di almeno un milione di tonnellate di acciaio all'anno.
Questo permetterà di far
scendere gli esuberi dagli attuali 550 previsti inizialmente a massimo 290. Di questi 140-150 hanno già accettato la mobilità volontaria, pertanto restano 140-150 unità.
Per approfondire al meglio la questione, il Ministero dello Sviluppo ha convocato per il
6 novembre un nuovo tavolo. Queste aperture, però, non sembrano aver soddisfatto i sindacati che, complice anche il mal di pancia per il
Jobs Act e la
maretta tra la CGIL e il PD, hanno deciso di far sentire la propria voce.
Così la
FIOM ha proclamato uno sciopero generale.
Aria tesa anche per quanto riguarda le polemiche generatesi dopo la
manifestazione dell'AST di mercoledì.
SEL e il Movimento 5 Stelle continuano infatti a chiedere a gran voce le dimissioni del Ministro degli Interni
Angelino Alfano, che ieri è stato sottoposto ad una
interrogazione parlamentare.