(Teleborsa) - Mancano una manciata di giorni al referendum in Svizzera e il governatore della Banca Centrale elvetica
Thomas Jordan torna a scagliarsi contro l'iniziativa referendaria sull'oro nominata "Save Our Swiss Gold".
In un discorso, tenuto domenica scorsa, il numero uno della Banca Centrale svizzera fa sentire la sua voce contro il referendum tornando a ribadire le preoccupazioni sul voto popolare e motivando la sua posizione con il fatto che se passasse la consultazione popolare che richiede alla banca centrale di tenere un quinto del proprio patrimonio in oro questo ostacolerebbe la capacità dell'istituto centrale svizzero di condurre la sua politica monetaria.
Thomas Jordanlo ha detto chiaramente nel discorso di domenica che l'iniziativa"Save Our Gold Swiss," limiterebbe "i margini di manovra" della Banca centrale. Questo renderebbe più difficile per la banca di intervenire nelle situazioni di crisi e adempiere al proprio mandato di stabilità dei prezzi. Non è la prima volta che il
numero uno della Banca Centrale svizzera fa sentire la sua voce contro il referendum . Dello stesso parere il governo della Confederazione elvetica e le lobbies economiche che cercano di convincere i cittadini a votare contro il referendum che imporrebbe alla SNB il mantenimento di almeno un quinto delle proprie riserve in oro.
Un recente sondaggio ha mostrato che il 44% dei cittadini svizzeri intervistati è a favore dell'iniziativa, il 39% è indeciso mentre il 17% è contrario.
Dall'altra parte della barricata, gli organizzatori dell'iniziativa, i membri della destra svizzera Partito popolare che sostengono che le misure proposte nel referendum siano necessarie poiché i forzieri della Swiss National Bank ormai sono pieni di euro. Quegli euro, dicono, che sono stati svalutati sulla scia della crisi finanziaria.