(Teleborsa) - Dati contrastanti giungono oggi dal mercato del lavoro italiano. Da una parte l'ISTAT ha annunciato un
nuovo aumento della disoccupazione. Dall'altra il Ministero del Lavoro ha comunicato un discreto
aumento dei contratti a tempo indeterminato.
Nel
terzo trimestre sono stati registrati 400 mila nuovi contratti a tempo indeterminato, il 7,1% in più rispetto ad un anno prima.
Questo incremento è concentrato nei
settori dell'industria e dell'agricoltura, mentre diminuiscono gli avviamenti nel settore dei servizi, tranne che nell'
istruzione, che presenta più di 17 mila nuovi contratti a tempo indeterminato.
I
contratti di apprendistato crescono invece del 3,8%, confermando, pure in termini più contenuti, la tendenza che si era già evidenziata nel secondo trimestre, nel quale avevano fatto registrare un balzo del 16%.
Nello stesso tempo, però, le
cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 2,415 milioni, con una dinamica di +0,9% rispetto all'anno precedente, dovuta ad una crescita delle cessazioni a termine dei contratti a tempo determinato (che rappresentano il 65% del totale delle cessazioni), mentre per tutte le altre tipologie contrattuali si riscontra un andamento in diminuzione.
Tra le
cause di cessazione si evidenzia un deciso aumento di pensionamenti (+55%), riscontrabili nel settore dell'istruzione, ed una
diminuzione del 3,3% dei licenziamenti, che costituiscono il 9% di tutti i rapporti di lavoro cessati.