(Teleborsa) - Oggi l'Italia incrocia le braccia. Ha preso il via stamane la mobilitazione di
CGIL e UIL che riguarda tutti i settori, pubblici e privati, dai trasporti alla scuola, per dire "no" al
Jobs Act.
54 le manifestazioni previste in tutta Italia, con i leader dei due sindacati
Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, che parteciperanno ai cortei di Torino e di Roma.
Intanto ieri, dopo il duro attacco della leader della CGIL Susanna Camusso, il
Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha revocato la precettazione dei ferrovieri, facendo prevalere il principio della "garanzia del diritto di sciopero".
Per placare la polemica tra la Camusso e Lupi è intervenuto anche il premier
Matteo Renzi, dichiarando che "il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione e noi lo rispettiamo", anche se "la riforma costituzionale andrà in Aula a gennaio e rispetterà i termini previsti". "Il fatto che io non sia d'accordo sullo sciopero di domani - prosegue Renzi - non toglie che la protesta domani si faccia, sia ben organizzata e gestita e, conoscendo le organizzazioni sindacali che lo hanno programmato, nel rispetto delle opinioni diverse, credo che domani filerà tutto liscio".
Il presidente del Consiglio ha poi aggiunto: spero che "nelle prossime ore" si possano "superare le incomprensioni tra il ministro Lupi e la Camusso.