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USA e Cina, l’inversione dei poli

Economia, Politica
USA e Cina, l’inversione dei poli
(Teleborsa) - Due grandi placche tettoniche dell'economia mondiale si stanno spostando, scatenando delle frizioni sempre più evidenti e violente nei mercati finanziari e dei capitali globali.

Gli Stati Uniti stanno presentano un’economia in surriscaldamento e la Cina sta rallentando, segnando un'inversione di tendenza che ha seguito la crisi finanziaria.

Di conseguenza, il crollo del petrolio ha provocato aumenti di approvvigionamento americani e una caduta domanda cinese, con fuga di capitali dai mercati emergenti, un rafforzamento del dollaro e un declino dell'influenza economica dei BRIC.

Lo scenario economico dei grandi perdenti, ad oggi, comprende i produttori di materie prime e i mercati emergenti ed in questo contesto la Russia di Vladimir Putin si sta rivelando la più esposta.

La sua economia sta correndo lungo il baratro della recessione, generata dal crollo del petrolio e della valuta locale, il rublo, che ha acuito l'impatto delle sanzioni imposte per il conflitto ucraino.

I cambiamenti che stiamo vedendo nell'economia globale, mostrano il potenziale di conseguenze impreviste e di imprevedibili tensioni", ha detto Lena Komileva, capo economista presso G Plus Economics, a Londra. "La vulnerabilità dei mercati emergenti, evidenziati dalla crisi della Russia, potrebbe innescare riflussi di ingente liquidità verso rifugi più sicuri".

Il rafforzamento degli Stati Uniti e il rallentamento cinese, da tempo in cima alla lista dei desideri dei responsabili politici internazionali, che più volte aveva espresso preoccupazione per la stagnazione americana, sembra adesso una realtà.

Ma l’inversione dei poli, come a tutti è noto, crea sempre violente turbolenze.
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