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Crisi, il Nordest sotto la cappa della deflazione

Economia
Crisi, il Nordest sotto la cappa della deflazione
(Teleborsa) - La combinazione tra la contrazione dei prestiti bancari a famiglie e imprese, il calo dei consumi e il crollo del PIL ha spinto il Nordest verso la deflazione.



A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA (Associazione di Confartigianato che riunisce gli artigiani e le piccole imprese di Mestre e che si occupa di studi e statistiche) secondo cui nel 2014, in 3 Province su 13 l’andamento dei prezzi è stato negativo: -0,2 per cento a Pordenone e a Verona, -0,1 per cento a Treviso. In altre 4, invece, l’inflazione non ha registrato nessuna variazione: ciò è avvenuto a Venezia, a Gorizia, a Belluno e a Vicenza. A Trieste (+0,1%), a Udine (+0,1%), a Padova (+0,2%), a Rovigo e a Trento (+0,4%), invece, l’aumento è stato modestissimo. Solo a Bolzano la crescita è stata superiore all’unità: precisamente all’1,1%.

“Come ci insegnano gli economisti – segnala il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi - siamo scivolati nella spirale della deflazione: un male che, purtroppo, si è diffuso in tutta Europa, soprattutto nei Paesi che hanno adottato l’euro. La recessione economica e le politiche di rigore e di austerità praticate in questi ultimi anni hanno spinto la disoccupazione su livelli inaspettati e molto preoccupanti, mentre le sacche di povertà e il clima di sfiducia si sono diffuse a dismisura. Speriamo che con l’avvio del Quantitative Easing, ovvero la possibilità da parte della Bce di acquistare i titoli di Stato di ciascun Paese dell’area dell’euro, l’inflazione riprenda a crescere attestandosi attorno al 2%, trascinando all’insù i consumi, gli investimenti e soprattutto gli occupati”.
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