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Petrolio, l’Opec minaccia di agire per…non agire

Economia
Petrolio, l’Opec minaccia di agire per…non agire
(Teleborsa) - I prezzi del petrolio continuano a cadere. Ieri sono scesi di oltre il 2%, con il WTI quotato a New York che ha chiuso la sessione sotto i 50 dollari al barile, per la prima volta in quasi due settimane.

Per un momento sembrava che le quotazioni potessero andare nella direzione opposta. Il presidente dell’Opec, Diezani Alison-Madueke, ha detto in un’intervista al Financial Times che avrebbe convocato una riunione d'emergenza dell'Organizzazione con sede a Vienna, se i prezzi avessero continuato a scendere. I prezzi del petrolio sono stati sostenuti dalla notizia solo per poco tempo, fino a quando non hanno ripreso la via della discesa.

Oltre ad essere presidente dell'OPEC, Alison-Madueke, è anche ministro del petrolio della Nigeria, entrata in una pesante crisi economica proprio a causa della caduta dei prezzi del greggio.

La moneta nigeriana, la naira, è ai minimi storici nei confronti del dollaro, gli attacchi terroristici da parte del gruppo islamico Boko Haram si sono intensificati e le elezioni nazionali sono stati rinviata di oltre un mese.

Suscita quindi perplessità il fatto che la Nigeria abbia bisogno di un vitale sostegno ai prezzi del petrolio, auspicando per questo una soluzione del problema, anche se tale soluzione da parte dell’ OPEC sia, almeno per ora, improbabile.

I dubbi riguardo un’ immediata soluzione che porti sostegno ai prezzi del greggio sono i seguenti:

1) Un altro delegato OPEC ha detto oggi che l'OPEC non ha intenzione di tenere riunioni di emergenza. L’OPEC si riunirà nel mese di giugno.

2) E' improbabile che l'Arabia Saudita, il più grande produttore dell'OPEC, si trovi d'accordo a tale incontro per parlare di taglio della produzione. Il ministro del petrolio saudita, Ali Al-Naimi, ha detto che l’OPEC non cambierà strategia anche se i prezzi dovessero scendere a 20 dollari al barile.

3) Anche se un incontro è stato convocato, non è chiaro se l'OPEC sia in grado di aggregare il sostegno necessario a tagliare la produzione in modo tale da provocare un aumento dei prezzi.

4) Anche se i membri dell'OPEC dovessero tagliare la produzione in misura sufficiente a far aumentare i prezzi del petrolio, come reagirebbero i paesi produttori fuori dal cartello, come gli Stati Uniti? Probabilmente rimettendo in funzione tutti gli impianti di perforazione, aumentando l'approvvigionamento e vanificando, di fatto, gli sforzi dell'OPEC.

Nei mercato del petrolio la percezione dei grossi player è fondamentale. E' molto probabile che il discorso di oggi, tenuto ad una riunione di emergenza, prefiguri il tentativo dell'Opec di rassicurare un mercato, quello del petrolio, che ha fatto dell’instabilità dei prezzi una sua precisa caratteristica. A volte la minaccia di agire elimina la necessità di agire.

Il rovescio della medaglia sarebbe una pericolosa perdita di credibilità da parte dell’Opec.
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