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Disoccupazione, il 2015 sarà l'anno della svolta?

Economia, Welfare
Disoccupazione, il 2015 sarà l'anno della svolta?
(Teleborsa) - Nel 2014 la disoccupazione ha raggiunto un record dal 1977 al 12,7%, dopo il 12,1% del 2013, anche se nel corso dell'anno aveva superato punte del 13%. Nel quarto trimestre infatti viene calcolato un tasso di disoccupazione medio del 13,3%.

L'anno 2015 si apre con qualche spiraglio di luce per il mercato del lavoro italiano, che ha riportato una nuova piccola riduzione della disoccupazione, portando il tasso al 12,6% dal 12,7% rivisto di dicembre. Il numero dei disoccupati è ancora elevatissimo con oltre 3,2 milioni, anche se segna una riduzione di 21 mila unità rispetto a fine 2014 (-0,6%).

Scende anche la disoccupazione giovanile che si porta al 41,2%, sui minimi dall'agosto del 2013, dopo aver toccato punte superiori al 43% la scorsa estate.

Numeri che certamente fanno tirare un sospiro di sollievo al governo e soprattutto al Premier Matteo Renzi, che ha fatto della riforma del mercato del lavoro il suo cavallo di battaglia per tutto il primo anno di mandato. "Ma non basta", come ha dichiarato lo stesso Renzi commentando i dati, che posizionano inesorabilmente l'Italia al 23simo posto in Europa, dove il tasso di disoccupazione medio si attesta all'11,2%. IN questa posizione il mercato del lavoro del Bel Paese è in linea con i PIIGS, perché fanno peggio solo Cipro, Croazia e, naturalmente, Spagna e Grecia, che mostrano tassi ben superiori al 20%

Un messaggio di speranza arriva anche dal Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, secondo cui il Job Act potrebbe generare nel 2015 almeno 150 mila posti di lavoro in più. A riprova della sua affermazione, il numero uno del lavoro ha fatto notare che, se l'aumento dell'occupazione di dicembre può esser stato influenzato dal boom delle partite IVA (76 mila in più), a gennaio sono entrate in vigore due misure contenute nella Legge di stabilità: la decontribuzione per 3 anni delle nuove assunzioni a tempo indeterminato e la seconda è la deducibilità del costo del lavoro dall'imponibile Irap per i dipendenti a tempo pieno.

Secondo Poletti, dunque, un primo impatto potrebbe esserci già stato, ma il pieno effetto delle misure e del contratto a tutele crescenti entrerà, in vigore a giorni, si vedrà nei mesi a venire.
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