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Rivoluzione digitale, il Governo dice sì al Piano banda ultralarga

Economia, Scienza e tecnologia
Rivoluzione digitale, il Governo dice sì al Piano banda ultralarga
(Teleborsa) - Parte la rivoluzione digitale in Italia, grazie al via libera del Consiglio dei Ministri al Piano banda ultralarga, che prevede un imponente piano di investimenti pubblici per 6 miliardi di euro entro il 2020 e l'obiettivo di "rottamare" il rame a favore della fibra ottica, per raggiungere l'85% delle case degli italiani con i 100 mega entro il 2020. Un superamento dei target dell'Agenda Digitale.

Nell'annunciare l'approvazione in conferenza stampa, Renzi ha spiegato che il piano "arriva dopo un percorso di ascolto e confronto con le istituzioni europee" e che "la comunicazione sulla banda ultra larga in Consiglio dei ministri rappresenta l'abc del nuovo alfabeto economico del Paese".

Soddisfatto anche i. sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio, il quale ha sottolineato che per la prima volta l'Italia si dota di un piano che mette insieme diverse fonti di finanziamento (Ministeri, Regioni, privati), realizzando un "mix che riunisce una serie di competenze e risorse" in un quadro strategico che permetta finalmente all'Italia di "fare la rivoluzione digitale" e centrare "gli obiettivi dell'agenda europea".

Il Consiglio dei Ministri ieri ha dunque approvato la strategia italiana per la banda ultralarga e per la crescita digitale 2014-2020, puntando a ridurre il digital divide, che si gioca sa sul fronte delle infrastrutture (Banda Ultralarga) che in quello dei servizi (crescita digitale). La rivoluzione si muove dunque su due fronti diversi ma correlati.

Il Piano di investimenti ha un valore di 12 miliardi in 7 anni e verrà finanziato con fondi europei e con lo Sblocca Italia. In base alle slide, 4,4 miliardi arriveranno da Fondo europeo agricolo sviluppo rurale e Fondo europeo sviluppo regionale e 5 miliardi dal fondo per lo sviluppo e la coesione, a cui sommare altre risorse come Fondo Juncker, Sblocca italia, economie SPC. In un piano siffatto resta ovviamente un punto debole, ovvero la presenza dei privati, perché "le sole risorse pubbliche non saranno sufficienti".


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