(Teleborsa) - I tempi d'oro per la Cina sembrano archiviati. Il
premier Li Keqiang nel suo rapporto all'Assemblea Nazionale del Popolo ha detto che oggi l'
obiettivo di Pechino, nel 2015, è di una crescita del 7%, il
livello più basso dal 1990. Un risultato deludente se si pensa al
+7,4% dello scorso anno, ma la Cina, spiega il premier, "deve mantenere un giusto equilibrio tra garantire una crescita costante e aggiustamenti strutturali".
Li Keqiang, aprendo i lavori della sessione annuale del Parlamento cinese ha sottolineato che nel paese, "le pressioni al ribasso sull'economia aumentano", anche se la sua "capacità di rimbalzo, il suo potenziale di sviluppo, il suo margine di manovra restano enormi".
L'obiettivo di una crescita più moderata, consentirà "la costruzione di una società media" più orientata al consumo e ai servizi, "un nuovo motore di rilancio".
L'
inflazione è attesa al 3% mentre
il tasso di disoccupazione si manterrà inferiore al 4,5% poiché, assicura Li Keqiang, nonostante la frenata, l'economia cinese nel corso dell'anno sarà in grado di
creare 10 milioni di nuovi posti di lavoro.