(Teleborsa) - Se al ministro delle Finanze greco,
Yanis Varoufakis, si chiede di circostanziare la situazione economica del suo paese, si rischia di ottenere una risposta molto diversa da quella che si otterrebbe ponendo la stessa domanda ai suoi colleghi dell’intera euro zona.
Varoufakis, lunedì scorso,
si è detto convinto che il suo governo stia facendo tutto ciò che è necessario per assicurarsi l’estensione degli aiuti europei, per evitare il default.
Le sue controparti, invece, durante una riunione dei ministri delle finanze europei, dicono che
la proposta di Atene è priva di basi affidabili e di dettagli importanti, oltreché tesa a guadagnare tempo per non comunicare oggettivamente il
deterioramento della situazione finanziaria ellenica.
Impressioni a parte,
la Grecia è a corto di tempo, risorse finanziarie e alleati. L’ex ministro francese e ora deputato socialista, Michel Sapin, il cui governo aveva posto le basi più concilianti per risolvere il problema greco, ha espresso frustrazione verso Varoufakis. Il ministro delle finanze spagnolo si dice preoccupato per una insurrezione anti-austerity.
"Arriva il momento in cui ciò che è necessario non sono le dichiarazioni sulle proprie intenzioni o gli slogan propagandistici, ma mettere mano alle cifre e verificare i dati”, ha detto Sapin a Bruxelles.
La Grecia chiede aiuti all’Europa per circa 7 miliardi di euro, per evitare di rimanere con le casse a secco entro la fine del mese.
Con i tecnici in rappresentanza della Commissione europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale,
oggi iniziano i lavori per valutare le effettive necessità economiche della Grecia, perché è proprio su questo fronte che viene lamentata da più parti la mancanza di progressi.
Gran parte dei negoziati delle ultime settimane sono state una "perdita di tempo", secondo il ministro delle Finanze olandese
Jeroen Dijsselbloem, nonché a capo dei ministri delle Finanze dell’euro gruppo.